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“Oggi non posso far ridere”, Nino Frassica in lacrime a Che tempo che fa per la morte dell’amico Mario Marenco

Nino Frassica durante la puntata di Che tempo che fa
Di Anton Filippo Ferrari
Pubblicato il 18 Mar. 2019 alle 11:20 Aggiornato il 18 Mar. 2019 alle 15:51

Mario Marenco aveva tanti amici. Amici veri. Tra questi Nino Frassica che con lui ha condiviso diverse esperienze lavorative, le più importanti. L’attore e comico siciliano, ospite fisso del programma di Rai 1, Che tempo che fa, ha accusato la perdita dell’amico e collega (scomparso all’età di 85 anni) e ieri sera da Fazio non l’ha nascosto.

Durante la trasmissione (in onda tutte le domeniche sera), infatti Frassica ha deciso di non fare il suo solito sketch di Novella Bella. “Il mio lavoro è fatto di umore – ha spiegato l’attore visibilmente commosso -, ma stasera non me la sento di scherzare e di divertirmi perché purtroppo oggi è scomparso Mario Marenco con il quale avevo un grande rapporto di amicizia”.

Decisione, ovviamente, compresa e accettata dal conduttore Fabio Fazio che gli ha quindi chiesto se gli andasse di raccontare un ricordo, un aneddoto riferito a Marenco, che proprio in questi giorni, ha spiegato Nino Frassica, stava preparando uno sketch radiofonico insieme a lui per il suo programma (“Il programmone”) su Radio2: “Mi ricordo le ultime passeggiate, quando lui guidava e, a volte, andava contromano – ha raccontato -. Sbagliava le strade, lo perdonavo e ridevo… anche perché io non so guidare e non potevo intervenire, prendere il posto suo. Ci divertivamo con niente. Lui era un genio, un grande”.

Un legame quello tra Marenco e Frassica rafforzato sul lavoro: i due infatti hanno condiviso i momenti migliori e più significativi del percorso professionale, culminati con l’enorme successo di “Indietro Tutta” (programma condotto da Renzo Arbore), dove il comico foggiano scomparso a 85 anni aveva il ruolo dello scolaro Riccardino.

“Era un fuoriclasse. Con le sue parodie ha fatto delle invenzioni straordinarie – le parole di Renzo Arbore -. E spero che gliene verrà dato atto. Per me la morte di Mario è un dolore fortissimo. Perché lui è stato un caposcuola, non riconosciuto come tale. È stato un inventore di umorismo mai eguagliato”.

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