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Ddl Zan, Fedez: “Il Vaticano non paga le tasse immobiliari e accusa l’Italia di violare il Concordato”

Di Antonio Scali
Pubblicato il 22 Giu. 2021 alle 12:50 Aggiornato il 22 Giu. 2021 alle 16:29

Sta facendo molto discutere la dura presa di posizione del Vaticano contro il Ddl Zan. Mai nella storia, infatti, la Santa Sede era intervenuta nell’iter di approvazione di una legge italiana esercitando formalmente le facoltà che le derivano dai Patti Lateranensi. Secondo la Chiesa, la legge contro l’omotransfobia violerebbe “l’accordo di revisione del Concordato“, e per questo ha chiesto formalmente al governo italiano di modificare il ddl Zan. Sui social molti utenti, tra cui diversi personaggi famosi, si sono scagliati contro la richiesta della Santa Sede. Tra i più duri certamente Fedez.

“Riassumendo: il Vaticano che ha un debito stimato di 5 miliardi di euro su tasse immobiliari mai pagate dal 2005 ad oggi per le strutture a fini commerciali dice all’Italia ‘guarda che con il Ddl Zan stai violando il Concordato’”, ha scritto il cantante sui social. “Ma chi caz*o ha concordato il Concordato? Magari dateci quei soldini ci servono per mandare avanti il Paese, poi venite a rompere le palline sulle leggi italiane. No? Sarebbe carino. E comunque, piccolo spoiler, siamo uno Stato laico. Poi fatemi capire, voi potete rompere le palle sulle leggi italiane, metter becco, però quando in Italia viene sgamato uno di quei pretini pedofilini a cui piace toccare i bambini. Mi spiegate perché quando succedono cose come queste, il pretino non viene processato dalla giustizia italiana ma viene processato da voi in Vaticano? Questo lo avevate concordato?”, ha aggiunto Fedez in una serie di Storie su Instagram. “Spero che l’Italia colga l’occasione di far fare il suo corso alla democrazia, facendo votare il DDL Zan, ma soprattutto prendendo l’occasione per rivedere il concordato e rivendicare la laicità dello stato”, ha concluso il rapper. Ecco il video.

Ferma opposizione alla richiesta del Vaticano anche da parte di altri personaggi come Vladimir Luxuria, che su Twitter ha scritto: “L’intervento del Vaticano contro il DDL Zan non è una difesa del Concordato ma un attacco pericoloso all’articolo 7 della nostra Costituzione sulla laicità dello Stato, siamo una democrazia non una teocrazia”. La cantante Paola Turci ha invece commentato: “Le persone sono tutte uguali di fronte a Dio ma non per il Vaticano, che si oppone a una proposta di legge per fermare chi discrimina. Complimenti”.

Due i punti evidenziati nella nota trasmessa al governo italiano. Il Vaticano sottolinea come secondo il testo in discussione al Senato, le scuole cattoliche non sarebbero esentate dall’organizzazione della futura Giornata nazionale contro l’omofobia. E più in generale, si esprimono timori per la “libertà di pensiero” dei cattolici, che rischierebbero conseguenze giudiziarie nell’esprimere le loro convinzioni. In particolare, nella nota consegnata da monsignor Gallagher si evidenzia che “alcuni contenuti della proposta legislativa in esame presso il Senato riducono la libertà garantita alla Chiesa cattolica dall’articolo 2, commi 1 e 3 dell’accordo di revisione del Concordato”. “Chiediamo che siano accolte le nostre preoccupazioni”, scrive la Santa Sede al governo italiano. Una posizione che indubbiamente influenzerà il dibattito e il percorso, già piuttosto travagliato, della legge Zan.

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