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Facci contro Nadia Toffa e il suo libro: “Siamo alla spettacolarizzazione del tumore”

Facci e Toffa

L'articolo su Libero in merito a "Fiorire d'inverno - La mia storia" della conduttrice de Le Iene

Di TPI
Pubblicato il 24 Set. 2018 alle 11:03 Aggiornato il 24 Set. 2018 alle 11:38

Facci contro Nadia Toffa e il suo libro Fiorire d’inverno: “Siamo alla spettacolarizzazione del tumore”

FACCI CONTRO NADIA TOFFA – “Pure il libro. Siamo alla spettacolarizzazione del tumore (il proprio) e alla sua trasformazione in core-businnes di un’attività pseudo-giornalistica: avremmo voluto non tornarci più sopra, sul penoso «caso Nadia Toffa», ma la banalizzazione dei malati che questa signorina sta perpetuando è molto più importante di lei e della sua egolatria”. A scriverlo è Filippo Facci in un articolo su Libero in edicola il 23 settembre scorso.

Il giornalista si sofferma sull’uscita del libro della collega conduttrice de Le Iene dal titolo Fiorire d’inverno – La mia storia, edito da Mondadori e in uscita il 9 ottobre. E il commento è a dir poco tranchant.

 

Facci contro Nadia Toffa e il suo Fiore d’inverno – La mia storia

Per Facci il messaggio lanciato da Toffa dopo aver scoperto di soffrire di un tumore era duplice: “Eccolo il messaggio numero 2: il tumore può essere un dono. Il primo messaggio invece era del febbraio scorso: si presentò in tv e disse «ho avuto un cancro. Mi sono curata, sono stata operata, i medici mi hanno tolto il cento per cento del tumore, ho fatto una chemio e una radio preventive per evitare che rimanesse in giro qualche cellula, non lo sapeva nessuno e ora ve ne posso parlare». Perché sono guarita” scrive su Libero.

“Il messaggio, cioè, era che bastano due mesi per accorgersi di avere un tumore, asportarlo interamente, fare una chemio e radioterapia preventive e poi tornare in onda: come se il cancro fosse stato quella cosa lì, due mesi e una parrucca e via, «non siamo malati, siamo guerrieri, chi combatte contro il cancro è un figo pazzesco». Il cancro come rapido pacchetto ospedaliero, breve come un servizio delle Iene con condivisione-social, come a dire: «vedete?, io ce l’ho fatta e lo condivido, uscite allo scoperto». Speriamo che nel libro, almeno, ammetta che il primo messaggio era una triste cazzata: se la morale era «sono guarita», infatti, la verità è che non era guarita per niente. Era come tanti suoi servizi che aveva fatto alle Iene: notizie non verificate”.

Facci contro Nadia Toffa su Libero

Il giornalista – molto criticato sui social per questo pezzo che rilanciato su Facebook conta oltre 1.000 reaction – spiega che “non è chiaro che cosa vi fosse di «coraggioso» (espressione sempre associata alla Toffa) nella mancanza di riserbo e nell’incapacità psicofisica di tenere per sè qualcosa che altrimenti avrebbe potuto deprimerla e divorarla: di questo tipo di reazione occorre avere il massimo rispetto, beninteso, parlarne in effetti può essere una maniera di sentirsi meno soli e di non sprofondare nella depressione: più che un coraggio di parlarne, però, è una rispettabile incapacità di non farlo. Ma farlo in televisione è un’altra cosa. Trasformarlo in messaggio mediatico è un’altra cosa”.

 

Nadia Toffa presenta il suo libro su Instagram
Leggi l'articolo originale su TPI.it
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