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    Ddl Zan, al concertone del Primo Maggio Fedez attacca la Lega: “La Rai voleva censurarmi”. Viale Mazzini smentisce, ma lui pubblica la telefonata: “Si adegui al sistema”

    Di Enrico Mingori
    Pubblicato il 2 Mag. 2021 alle 08:11 Aggiornato il 2 Mag. 2021 alle 11:17

    Ddl Zan, Fedez contro la Lega in tv: “La Rai voleva censurarmi”

    Il monologo di Fedez al concertone del Primo Maggio [qui il testo integrale] diventa un caso politico. Sul palco il rapper attacca la Lega sul ddl Zan, punzecchia Draghi sul trattamento riservato ai lavoratori dello spettacolo e denuncia un tentativo di censura da parte della Rai. Viale Mazzini smentisce, ma Fedez pubblica su Twitter un video che contiene la registrazione di una telefonata avuta con la vicedirettrice di RaiTre, Ilaria Capitani, e alcuni “suoi collaboratori” la sera prima di salire sul palco.

    Nella conversazione, piuttosto animata, il rapper viene invitato ad adeguarsi al sistema, a non fare nomi e cognomi e definiscono il testo “inopportuno”. Nel mattino di oggi, sabato 2 maggio, è arrivata la contro-replica della direzione di RaiTre, che ribadisce come non ci sia stato alcun tentativo di censura e afferma che dal video sono stati operati dei tagli ad arte.

    E intanto sui social non si parla d’altro. Il leader della Lega, Matteo Salvini – che nel pomeriggio del primo maggio aveva polemicamente sottolineato come il concertone costi 500mila euro ai contribuenti – rilancia l’invito a Fedez per un caffè e ribadisce la sua posizione contraria al ddl Zan (ossia il disegno di legge contro l’omotransfobia).

    Si schiera con il rapper, invece, il segretario del Pd, Enrico Letta, che su Twitter scrive: “Sulla censura al concertone del Primo Maggio esigiamo subito chiarimenti e scuse da parte della Rai. Voglio ringraziare sinceramente Fedez perché il fatto che una persona come lui parli di questi temi, con la forza e con la visibilità che ha, rompe il tabù creato sul ddl Zan”.

    Anche Nicola Zingaretti, governatore del Lazio ed ex segretario del Pd, prende posizione: “Fedez ha citato frasi ed espressioni di alcuni politici della Lega. Forse ora se ne vergognano, ma certo la soluzione non può essere la censura di un artista”, scrive Zingaretti su Facebook.

    Cosa ha detto Fedez: il testo integrale del monologo

    Di seguito il testo integrale del mologo di Fedez sul palco del concertone del Primo Maggio.

    “Mi hanno chiesto di raccontare la mia prima volta al concerto del Primo Maggio. Oggi effettivamente è stata la mia prima volta. Per la prima volta mi è successo di inviare un testo di un mio intervento perché doveva essere messo al vaglio per l’approvazione da parte della politica

    In prima battuta l’approvazione non c’è stata – spiega il rapper dal palco – O meglio, dai vertici di Rai3 mi hanno chiesto di omettere dei nomi, dei partiti e di edulcorarne il contenuto. Ho dovuto lottare un pochino, un po’ tanto, ma alla fine mi è stato dato il permesso di esprimermi liberamente. Grazie. Mi assumo tutte le responsabilità di ciò che dico e faccio, sappiate però che il contenuto di questo intervento è stato definito dalla vice direttrice di Rai3 come ‘inopportuno’.

    Buon 1 maggio, buona festa a tutti i lavoratori anche a chi un lavoro ce l’ha ma non ha potuto esercitarlo per oltre un anno. E quale migliore occasione per celebrare questa festa dei non lavoratori se non un palco. Per i lavoratori dello spettacolo questa non è più una festa. Caro Mario, io capisco perfettamente che il calcio è il vero fondamento di questo Paese, però non dimentichiamo che il numero dei lavoratori del calcio e il numero dei lavoratori dello spettacolo si equivalgono.

    Quindi non dico di spendere qualche soldo, ma almeno qualche parola, un progetto di riforma in difesa di un settore che è stato decimato da quest’emergenza e che è regolato da normative stabilite negli anni 40 e mai modificate sino ad oggi. Quindi Caro Mario, come si è esposto nel merito della SuperLega con grande tempestività , sarebbe altrettanto gradito il suo intervento sul mondo della cultura italiana.

    A proposito di Superlega, due parole sull’uomo del momento, il sonnecchiante Ostellari. Ecco Ostellari, ha deciso che un disegno di legge di iniziativa parlamentare quindi massima espressione del popolo, che è già stato approvato alla Camera, come il ddl Zan può essere tranquillamente bloccato dalla voglia di protagonismo di un singolo. Cioè se stesso.

    Ma d’altronde Ostellari fa parte di uno schieramento politico che negli anni si è distinto per la sua lotta all’uguaglianza, vorrei decantarvi un po’ dei loro aforismi. ‘Se avessi un figlio gay, lo brucerei nel forno’, Giovanni De Paoli consigliere regionale lega Liguria. ‘I gay? Che inizino a comportarsi come tutte le persone normali’, Alessandro Rinaldi consigliere per la Lega Reggio Emilia. ‘Gay vittime di aberrazioni della natura’, Luca Lepore e Massimiliano Bastoni consiglieri comunali leghisti. ‘I gay sono una sciagura per la riproduzione e la conservazione della specie’, Alberto Zelger consigliere comunale della Lega Nord a Verona. ‘Il matrimonio gay porta all’estinzione della razza’, Stella Khorosheva candidata leghista. ‘Fanno iniezioni ai bambini per farli diventare gay’, candidata della Lega Giuliana Livigni.

    Qualcuno come Ostellari ha detto che ci sono altre priorità in questo momento di pandemia rispetto al ddl Zan, e allora vediamole queste priorità: Il Senato non ha avuto tempo per il ddl Zan perché doveva discutere l’etichettatura del vino, la riorganizzazione del Coni, l’indennità di bilinguismo ai poliziotti di Bolzano e per non farsi mancare niente il reintegro del vitalizio di Formigoni.

    Quindi secondo Ostellari probabilmente il diritto al vitalizio di Formigoni è più importante della tutela dei diritti di tutti, e di persone che vengono quotidianamente discriminate fino alla violenza. Ma a proposito di diritto alla vita, il presidente dell’associazione Pro-vita, l’ultracattolico e antiabortista Jacopo Coghe amicone del leghista Pillon in questi mesi è stato la prima voce a sollevarsi contro il ddl Zan.

    L’antiabortista non si è accorto però che il Vaticano ha investito più di 20 milioni di euro in un’azienda farmaceutica che produce la pillola del giorno dopo. Quindi cari antiabortisti, caro Pillon purtroppo avete perso troppo tempo a cercare il nemico fuori, e non vi siete accorti che il nemico ce l’avevate in casa. Che brutta storia”.

    La replica della Rai: “Nessuna censura”

    La Rai ha smentito con un comunicato l’accusa di tentativo di censura lanciata da Fedez: “Rai 3 e la Rai sono da sempre aperte al dibattito e al confronto di opinioni, nel rispetto di ogni posizione politica e culturale. È fortemente scorretto e privo di fondamento sostenere che la Rai abbia chiesto preventivamente i testi degli artisti intervenuti al tradizionale concertone del Primo Maggio, per il semplice motivo che è falso, si tratta di una cosa che non è mai avvenuta”, si legge nella nota.

    “Né la Rai né la direzione di Rai 3 hanno mai operato forme di censura preventiva nei confronti di alcun artista del concerto”. E ancora: “La Rai mette in onda un prodotto editoriale realizzato da una società di produzione in collaborazione con Cgil, Cisl e Uil, la quale si è occupata della realizzazione e dell’organizzazione del concerto, nonché dei rapporti con gli artisti. Il che include la raccolta dei testi, come da prassi”.

    Fedez: “Ecco il tentativo di censura della Rai”. La telefonata

    Alla smentita della Rai, Fedez ha risposto pubblicando su Twitter un video che lo immortala durante una telefonata intercorsa nella serata del 30 aprile, il giorno prima di salire sul palco del concertone, con la vicedirettrice di Rai 3 Ilaria Capitani e alcuni “suoi collaboratori. “La Rai smentisce la censura. Ecco la telefonata intercorsa ieri sera dove la vice direttrice di Rai 3 Ilaria Capitani insieme ai suoi collaboratori mi esortano ad ‘adeguarmi ad un sistema’ dicendo che sul palco non posso fare nomi e cognomi”, scrive Fedez.

    Nel video si sente una persona che dice a Fedez: “Le chiedo di adeguarsi a un sistema che lei probabilmente non riconosce”, “Le situazioni in cui lei fa nomi e cognomi non possono essere citate” perché “questo non è il contesto corretto”. Nella telefonata si sente anche la voce della vicedirettrice, Ilaria Capitani: “Ritengo inopportuno il contesto”, dice al rapper. Un’altra persona confessa a Fedez: “Siamo in difficoltà”.

    La contro-replica di Rai3: “Video tagliato, nessuna censura”

    La direzione di Rai3 in una nota “conferma di non aver mai chiesto preventivamente i testi degli artisti intervenuti al concerto del Primo Maggio – richiesta invece avanzata dalla società che organizza il concerto – e di non aver mai operato forme di censura preventiva nei confronti di alcun artista”. In riferimento al video pubblicato sul suo profilo Twitter da Fedez, prosegue il comunicato, “notiamo che l’intervento relativo alla vicedirettrice di Rai3 Ilaria Capitani (l’unica persona dell’azienda Rai tra quelle che intervengono nella conversazione pubblicata da Fedez) non corrisponde integralmente a quanto riportato, essendo stati operati dei tagli”.

    Nello specifico, conclude la nota, “le parole realmente dette sono: ‘Mi scusi Fedez, sono Ilaria Capitani, vicedirettrice di Rai3, la Rai non ha proprio alcuna censura da fare. Nel senso che… La Rai fa un acquisto di diritti e ripresa, quindi la Rai non è responsabile né della sua presenza, ci mancherebbe altro, né di quello che lei dirà'(…) ‘Ci tengo a sottolinearle che la Rai non ha assolutamente una censura, ok? Non è questo […] Dopodiché io ritengo inopportuno il contesto, ma questa è una cosa sua’”.

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