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Corrado Augias passa a La7: “Governo approssimativo e incompetente, stanno demolendo la Rai”

Di Marco Nepi
Pubblicato il 6 Nov. 2023 alle 13:44

Corrado Augias passa a La7: “Governo approssimativo e incompetente, stanno demolendo la Rai”

Dopo 63 anni di collaborazione Corrado Augias dice addio alla Rai e annuncia il passaggio a La7. “Volevano demolire la Rai dei comunisti; stanno semplicemente demolendo la Rai”, ha scritto su Repubblica il giornalista romano, che tornerà in onda con un nuovo programma, “La torre di Babele”.

“Due fattori mi hanno spinto fuori dalla Rai dopo sessant’anni di onorato servizio (come si diceva una volta)”, ha aggiunto Augias, accusando il governo di essersi dimostrato “approssimativo e incompetente” e di aver prodotto “il massimo d’efficienza nella progressiva distruzione della Radiotelevisione Italiana”.

Come primo fattore, Augias ha citato il “dilettantismo, le scelte improvvide, la presunzione che una pedina valga l’altra, l’inconsapevolezza che l’efficacia televisiva è una delicata miscela di professionalità e congruenza con l’argomento, la dimenticanza che l’egemonia culturale non si può imporre piazzando un fedele seguace qua e uno là. Sono materie (non le sole) in cui la competenza deve prevalere sulla fedeltà”.

“Questo è il secondo argomento: l’egemonia culturale”, ha proseguito. “Dietro lo sconquasso s’intravede infatti un disegno, lo stesso che trapela da alcune decisioni del governo: cambiare la narrazione di fondo che ha retto la Repubblica dal 1948 (data di nascita della Costituzione). È come se gli esclusi, a giusto titolo, da quell’atto fondativo, volessero oggi rifarsi con una seconda (o terza) repubblica affidata non solo a una nuova Costituzione ma anche alla riscrittura della storia. Questo compito è affidato, e ancora più lo sarà tra qualche mese, alla Rai”.

Augias ha anche voluto rispondere a una possibile obiezione, quella di chi ritiene che per questi motivi sarebbe il caso di restare in Rai “cercando di bilanciare il guasto”. “È giusto”, ha ammesso, ricordando di averne “viste di ogni colore” da quando è entrato in Rai, con un concorso, nel 1960.

“Se fossi più giovane lo avrei fatto. Ma sono vecchio voglio continuare a lavorare, finché avrò sufficiente consenso, con gente simpatica in un ambiente cordiale. Questo alla Rai è diventato più difficile perché, ecco un terzo e finale elemento, a tutto il resto s’accompagna un velo d’arroganza”, ha sottolineato, specificando che la terza edizione de “La gioia della musica”, andato in onda su Rai3, sarà lasciato “in sospeso”. “Vedremo”, ha concluso.

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