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Mary Poppins non è più un film per tutti. In Gran Bretagna vietato ai minori di 12 anni per “linguaggio discriminatorio”

Di Antonio Scali
Pubblicato il 28 Feb. 2024 alle 14:19

Anche Mary Poppins risulta essere divisivo. Lo storico film del 1964 avrebbe un linguaggio discriminatorio, almeno secondo la censura britannica. E così la sua classificazione in Gran Bretagna è passata da “film per tutti” a “film per minori di 12 anni ma solo se accompagnati da una persona adulta”. L’opera prodotta dalla Disney e diretta da Robert Stevenson è stata declassata nella tabella della British Board of Film Classification. In pratica Mary Poppins è sempre rimasto per 50 anni un film per tutti, quindi con il bollino verde U. Da pochi giorni, invece, la commissione BBFC ha abbassato il film alla categoria con bollino arancione PG (parental guidance) ovvero i bambini al di sotto di 12 anni hanno bisogno di essere accompagnati alla visione dai genitori.

Il motivo? In Mary Poppins un termine dispregiativo (“ottentotti”) originariamente usato dagli europei bianchi per i popoli nomadi dell’Africa meridionale viene utilizzato per riferirsi agli spazzacamini con la faccia sporca di fuliggine. Il Bbfc ha dichiarato che questo termine “supera le nostre linee guida” per i film ‘U’.

Il personaggio dell’attore Reginald Owen, l’ammiraglio Boom, usa il termine due volte nel film. Una volta chiede a Michael, uno dei bambini protagonisti, se sta partendo per un’avventura per “sconfiggere gli Ottentotti”; successivamente l’ammiraglio vede degli spazzacamini con la faccia coperta di fuliggine e grida “siamo attaccati dagli Ottentotti” lanciandogli contro fuochi d’artificio.

Il film è ambientato a Londra nel 1910 e segue una tata magica che si  prende cura dei bambini di una famiglia con l’aiuto di Bert, uno spazzacamino ambulante interpretato da Dick Van Dyke. Nel 1965 vinse cinque Oscar, tra cui quello per la migliore attrice e la migliore canzone.

“Dalle nostre ricerche sul razzismo e sulla discriminazione comprendiamo che una preoccupazione fondamentale per i genitori è la possibilità di esporre i bambini a un linguaggio o a un comportamento discriminatorio che potrebbero trovare angosciante o ripetere senza rendersi conto del potenziale reato”, spiega la Bbfc in un comunicato. “Sebbene Mary Poppins abbia un contesto storico, l’uso di un linguaggio discriminatorio non è condannato – ha aggiunto un portavoce del British Board of Film  Classification – e in definitiva – supera le nostre linee guida per il linguaggio accettabile in “U”.

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