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Usa e la riforma dell’immigrazione

Sono stati presentati ieri i punti chiave della proposta di legge bipartisan per riformare l'immigrazione in America

Di Nicolas Lozito
Pubblicato il 17 Apr. 2013 alle 10:33

Al New York Times l’hanno definita «il più ambizioso tentativo in almeno 26 anni di sistemare, aggiornare e riscrivere il sistema dell’immigrazione americana» e potrebbero avere ragione. Perchè la “Gang degli 8”, così è stato definito il gruppo di quattro senatori reppublicani e quattro democratici che ha lavorato per 2 mesi alla riforma, sta puntando in alto.

Ieri, infatti, hanno svelato le loro carte e hanno presentato alla stampa il riassunto delle loro proposte di legge, che ora proviamo a riassumervi a punti:

1. 13 anni di “percorso verso la cittadinanza”. Verrà permesso a circa 11 milioni di cittadini residenti illegalmente di ottenere prima delle permessi provvisori (a patto che non abbiano precedenti legali); poi, dopo 10 anni, la Green Card – cioè il permesso di residenza permanente. A tre anni dalla Green Card potranno anche chiedere la cittadinanza: a questo punto saranno passati, dall’inizio del processo, un minimo di 13 anni. 

2. Solo 5 anni per i giovani. Per i ragazzi che hanno i requisti per il così detto Dream Act, una legge che assegna la residenza permamente a studenti meritevoli arrivati prima dei 16 anni o ragazzi che entrano nell’esercito, il tempo per ottenere la cittadinanza si accorcierà ad un minimo di 5 anni. 

3. Aumenta la sicurezza sui confini. Questo era uno dei punti chiave su cui i repubblicani non volevano cedere: il Dipartimento per la sicurezza nazionale (DHS) guadagnerà dalla legge circa 3 miliardi di dollari per costruire o rafforzare le barriere sui confini tra Usa e Messico; per aumentare il numero di agenti in servizio; per acquistare e gestire dei droni che controlleranno le zone. L’obiettivo sarà quello di entrare operativi con i nuovi sistemi in 5 anni e per quella volta bloccare almeno il 90% delle persone che provano ad entrare illegalmente in America. 

4. Controlli delle identità nelle grandi aziende. In America non esistono le carte di identità (fanno governo oppressivo, dicono i moltissimi detrattori) e le aziende hanno diversi metodi per controllare le identità dei loro dipendenti. Con questa legge viene uniformato il sistema di verifica ed introdotta la così detta E-Verify, un controllo digitale che sarà obbligatorio per tutte le aziende con più di 5000 dipendenti. 

5. Più visti per i lavoratori qualificati. L’attività di lobbying di Zuckerberg&Co. ha vinto: le aziende tecnologiche della Silicon Valley e dintorni, potranno avvalersi di dipendenti qualificati non americani ai quali verranno rilasciati dei visti specifici (H1-B). Questo potrebbe dare un’accelerata non da poco al settore delle start-up e della tecnologia in generale. Ma ad una condizione: che i nuovi impiegati stranieri non rimpiazino gli americani.

6. 20.000 visti per i lavoratori non qualificati. I permessi per i lavoratori non qualificati sono limitati solitamente ad una sola stagione, quindi durano pochi mesi e si rivolgono soprattutto ai settori dell’agricolutura. Con l’introduzione di circa 20mila nuovi visti più lunghi verranno legalizzate tutte quelle figure professionali domestiche, com: colf, badanti, eccetterà; nonchè molti impiegati nel settore della ristorazione. 

7. Più visti per i parenti. C’era un limite di 88.000 visti per mariti, mogli, figli e parenti vari stranieri ma in qualche modo imparentati con un americano. Questo limite verrà eliminato, offrendo maggiori possibilità a tutti. Ma per alcune forme di parentela i visti verranno rilasciati solo a chi ha meno di 31 anni. 

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