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    Contatti tra la Cina e il Vaticano: ecco qual è la strategia di Pechino nella guerra Russia-Ucraina

    Di Marco Antonellis
    Pubblicato il 18 Mar. 2022 alle 10:27

    L’ex generale americano Ben Hodges ha rivelato che i prossimi 10 giorni di guerra saranno decisivi, e dice che i russi ne sono consapevoli. L’esercito russo è a corto di uomini e munizioni e l’inattesa resistenza ucraina – oltre a causare grosse perdite – ha fatto saltare i piani e costretto a disperdere le unità. Il Pentagono inoltre non ha segnalato movimenti di truppe, neanche di quelle bielorusse. Mentre la Gran Bretagna parla di convogli da altre regioni, Estremo Oriente compreso. “La sensazione è che il contingente schierato non sia sufficiente in mezzi ed elementi, così si spiegherebbe anche la richiesta di aiuto ai cinesi, il ricorso ai ceceni e l’appello ai 16 mila miliziani siriani”. Il flop delle forze armate russe e lo stallo sul campo di battaglia “arma” la diplomazia. È soprattutto il Vaticano a muoversi; in duplex con gli Stati Uniti sta facendo enormi pressioni su Pechino. Il Vaticano è forte di accordi segreti cementati negli ultimi anni con i vertici di Pechino dove Papa Francesco, al di là delle differenze religiose, è un leader spirituale molto stimato e ascoltato. Anche la Cina ha fretta di chiudere una guerra che rischia di provocare una gravissima recessione mondiale: esattamente ciò di cui Pechino non ha bisogno per consolidare la sua leadership economica.

    Xi Jinping però ufficialmente ancora non è uscito allo scoperto: è in attesa di capire come evolveranno le mediazioni in atto prima di scendere in campo e prendersi i meriti del cessate il fuoco, se ci sarà. Per Pechino un eventuale successo nel ruolo di peacekeeping varrebbe più mille “vie della seta”, spiegano ambienti diplomatici. Anche per questo, nelle ultime ore continuano senza sosta i contatti con il Vaticano e da qui le triangolazioni con Washington. Mosca, intanto, al momento ancora tergiversa: prima di sedersi sul serio al tavolo delle trattative vuole spingere i carri armati ancora avanti per qualche giorno in modo da potersi garantire comunque vadano le trattative “lo sbocco al mare”.

    Nel frattempo al Cremlino non sanno più che scusa inventare per giustificare agli occhi dei russi e dell’occidente la debacle del blasonatissimo esercito russo, esercito che però non riesce a sconfiggere sul campo la piccolissima (rispetto alla Russia) Ucraina. L’ultima, fatta circolare ad arte “giù per li rami” fino ai servizi segreti occidentali è che il Cremlino, bontà sua, avrebbe volutamente usato esclusivamente armi e mezzi datati (ovvero convenzionali) perché le altre armi a disposizione, quelle ibride ad esempio (dall’hackeraggio all’ intelligenza artificiale ecc ecc) sarebbero state troppo letali e avrebbero potuto colpire i civili (come se le armi usate attualmente non lo avessero fatto!). Detto da chi è arrivato persino a minacciare il nucleare lascia sbigottiti. Si tratta, in realtà, di un modo piuttosto goffo per giustificare quello che agli occhi di tutto il mondo appare sempre più come un clamoroso fallimento delle forze armate russe.

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