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La lotta degli aborigeni contro la miniera più grande d’Australia che minaccia la loro terra

La miniera Carmichael sarà una delle più grandi al mondo e si stima che produrrà fino a 60 milioni di tonnellate di carbone ogni anno

Di TPI
Pubblicato il 2 Mag. 2016 alle 16:43 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 21:37

Gli aborigeni australiani dello stato del Queensland stanno portando avanti una battaglia per fermare la costruzione della più grande miniera in Australia al fine di difendere la terra dei loro padri.

I rappresentanti delle tribù aborigene Wangan e Jagalingou hanno rifiutato l’accordo sull’uso del suolo indigeno che permetterebbe al gruppo Adani Mining, società indiana leader nel settore minerario, di costruire la miniera di carbone in Australia.

In una lettera inviata al premier del Queensland Annastacia Palaszczuk hanno difeso il loro diritto alla difesa dei terreni nativi.

“La miniera distruggerebbe l’ambiente, danneggerebbe le nostre leggi e tradizioni e ci sposserebbe delle nostre terre”.

Tuttavia, i vertici della società Adani si sono rivolti al giudice nazionale per ignorare l’obiezione e consentire al governo di dare il via libera ai lavori.

In base a un accordo del 2004, le società minerarie devono negoziare con le tribù locali l’utilizzo della terra, ma il parere degli indigeni non è vincolante.

La miniera Carmichael sarà una delle più grandi al mondo, con un’estensione di oltre 200 chilometri quadrati, e porterà all’estrazione di 297 miliardi di litri d’acqua dalle falde acquifere della zona.

Il progetto della miniera è stato stimato per un valore di 16 miliardi di dollari, pari circa a 14 miliardi di euro.

Secondo le stime di Adani, la minierà produrrà circa 60 milioni di tonnellate di carbone ogni anno e rilascerà oltre 200 milioni di tonnellate di diossido di carbonio durante i 60 anni di vita previsti per la miniera.

L’area dove dovrebbe essere scavata la miniera – denunciano gli aborigeni – è un habitat naturale per alcuni animali protetti come l’emu e l’echidna, e alberi sacri per la cultura delle tribù Wangan e degli Jagalingou.

La sua realizzazione minaccia anche di inquinare il fiume Belyando, che attraversa i terreni degli aborigeni.

Ambientalisti da tutta l’Australia si sono uniti nella protesta degli aborigeni. Alcune delle principali banche come HSBC, Royal Bank of Scotland e Barclays hanno annunciato che non finanzieranno più i lavori d’espansione del porto di Abbot Point, che dovrebbe essere utilizzato per esportare il carbone della miniera.

La parola finale, adesso, spetta alle aule di giustizia.

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