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Lo Spiegel attacca Grillo

Il conto aperto di Jan Fleischhauer, editorialista dello Spiegel, con l'Italia

Di Ubaldo Villani-Lubelli
Pubblicato il 16 Mar. 2013 alle 09:42

Chi si ricorda della polemica tra lo Spiegel e il Giornale del gennaio del 2012? L’editoralista dello Spiegel Jan Fleischhauer aveva ironizzato e provocato affermando che il comandante Schettino poteva essere solo italiano: “Vi potete immaginare che manovre del genere e poi l’abbandono della nave vengano decise da un capitano tedesco o britannico?” Da parte loro Sallusti e il Giornale risposero, nella Giornata della Memoria, con un titolo in prima pagina “A noi Schettino, a voi Auschwitz”. Insomma: il festival dei luoghi comuni e di un giornalismo inutilmente urlato e sensazionalistico.

Ma il conto di Fleischhauer con l’Italia non sembra essere ancora chiuso. E così, dopo le polemiche sulle maldestre dichiarazioni di Peer Steinbrück, la polemica sulla stampa (tedesca e italiana) continua. L’occasione l’ha offerta l’ultima intervista di Beppe Grillo al giornale economico tedesco Handelsblatt. Il leader del Movimento5Stelle ha affermato che “di fatto l’Italia è già fuori dall’Euro”. La frase, evidentemente, non deve essere piaciuta molto ai tedeschi che negli ultimi tempi hanno molta nostalgia del loro amato marco.

Così Fleischhauer, con il suo solito stile irriverente, un po’ ironico e sempre molto diretto definisce Grillo l’uomo più pericoloso d’Europa.

Fleischhauer si meraviglia che Grillo abbia tanto seguito (in Italia) e molta attenzione (in Germania). L’editorialista se lo spiega con il fatto che Grillo si farebbe interprete di ideali e valori in qualche modo vicini alla sinistra: “la favola delle energie rinnovabili, la promessa di una maggiore partecipazione politica dei cittadini e la protesta contro i fat cats”, così Fleischhauer. Tuttavia, lo stesso giornalista tedesco riconosce che non è questo il motivo del successo di Grillo. Le ragioni sono da ricercare nel risentimento e nella rabbia dei cittadini (di cui Grillo si fa interprete) contro la Germania, Bruxelles e il (generico) sistema.

Come tutti i rivoluzionari (o pseudo tali) anche le risposte di Grillo ai mali della società contemporanea sono semplici: cacciare i politici. “Tutti a casa”, dice Grillo. Oggi però tra i “tutti” che dovrebbero andare a casa, a rigor di logica, ci sarebbero anche i parlamentari a 5 Stelle.

Secondo Fleischhauer, Grillo parla come un Führer di una setta. Quando dice di non essere un capo ma un garante sembra proprio proporsi con una sorta di guru.

Nel suo articolo, infine, Fleischhauer riprende un’analisi del giornalista inglese Nicholas Farrell su Weltwoche. Qui l’inglese Farrell ha paragonato Grillo a Mussolini. Secondo Farrell, che ha già scritto una biografia di Mussolini, le somiglianze sono molte. Anche il dittatore fascista chiamava i Fasci di Combattimento un movimento e non un partito … e voleva fare pulizia. Purtroppo, a modo suo, fece tanta, troppa pulizia. Aveva l’appoggio di molti giovani ignari di cosa stesse realmente accadendo e di tanti cosiddetti spiriti liberi. Ricorda, inoltre, che molti dimenticano che gli esordi in politica del Duce italiano sono tra la sinistra socialista, proprio la galassia sociale nella quale Grillo prenderebbe la gran parte dei suoi voti.

Fleischhauer conclude. “ci si può augurare che Steinbrück avesse ragione che gli italiani hanno eletto due comici. Purtroppo sembra che almeno in uno dei due si è sbagliato di grosso”. Insomma, Berlusconi sarebbe, certamente, un clown (e ai tedeschi l’ha già spiegato molto bene Gian Enrico Rusconi nel lontano 2010 sulla Süddeutsche Zeitung), mentre Grillo sarebbe un reale pericolo per l’Italia e l’Europa.

Fleischhauer continua a far discutere in Germania e, soprattutto, in Italia, ma forse Grillo non ha un giornale e un Sallusti a disposizione per rispondere alle solite provocazioni dell’editorialista tedesco. In compenso può, però, smettere di rilasciare interviste alla stampa straniera e ricominciare a dialogare con quella italiana.

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