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L’Italia che si muove

Portiamo in giro per il mondo il nostro cuore e le eccellenze militari, umanitarie e commerciali italiane

Di Ernesto Clausi
Pubblicato il 28 Gen. 2014 alle 10:00

Oloshoura ha due anni, è una bimba masaai, e potrà finalmente sorridere. Con lei diciassette bambini sono stati operati a Mombasa a bordo della portaerei della Marina Militare italiana Cavour dai chirurghi di Operation Smile. Sono stati tutti sottoposti a interventi per curare malformazioni al volto. In Madagascar altri diciassette bambini hanno riacquistato il sorriso, e con essi le loro mamme. Altre operazioni saranno condotte in Mozambico, Sud Africa, Ghana e Algeria.

In Kenya è cominciata la seconda fase dell’operazione “Sistema Paese in movimento”, intrapresa dalla Marina Militare Italiana. La campagna ha molteplici obiettivi. Le tradizionali attività di naval diplomacy a supporto della politica estera italiana, di sorveglianza e sicurezza marittima, di cooperazione internazionale e di addestramento. A queste si affiancano l’assistenza umanitaria alle popolazioni degli Stati in cui il Cavour farà tappa in cinque mesi di navigazione, e la promozione del made in Italy, attraverso stand espositivi a bordo della portaerei. Una missione a trecentosessanta gradi, un progetto ambizioso, che esalta le qualità del nostro Paese e rende onore agli uomini che, impegnati in molteplici settori, ne fanno parte.

Circa milleduecento uomini impiegati (tra questi settantatrè donne) che operano in sinergia e profonda cooperazione con le organizzazioni umanitarie e il corpo delle infermiere volontarie della Croce Rossa Italiana.

Il Dott. Scopelliti, vice Presidente e capo missione di Operation Smile, ha parlato di un impegno straordinario. “C’è ancora tanto da fare” ha sottolineato, “ricordando come medici, chirughi, dentisti, fisioterapisti, volontariamente si recano in aree di crisi per aiutare chi ha bisogno”. Operation Smile è la più grande organizzazione medica no profit che opera e cura in giro per il mondo bambini nati con malformazioni del volto. Le sue iniziative si potrebbero riassumere nel “diritto a sorridere”. “Non ci limitiamo ad intervenire chirurgicamente “continua il Dottor Scopelliti, “ma cerchiamo anche di fornire un’attivita formativa ai team medici locali e presso gli ospedali in cui ci rechiamo, in modo che il nostro lavoro possa essere poi seguito e svolto e da qualcun altro”.

Fondazione Rava N.P.H. Italia Onlus agisce invece in partnership con Federottica, l’Associazione Italiana Medici Oculisti e l’Albo degli Ottici Optometristi. A bordo di Nave Etna sono presenti due unità mediche all’interno delle quali gli oculisti e optometristi volontari conducono visite e attività di “eye screening”, nonchè un laboratorio per la produzione di occhiali di vista di cui i pazienti possono immediatamente disporre. Durante la tappa in Kenya sono stati visitati trecentonovantadue bambini, e novantacinque paia di occhiali sono stati donati. Nel mondo quarantacinque milioni di persone sono non vedenti e circa il triplo soffre di seri problemi alla vista. Il novanta per cento vive nei Paesi in via di sviluppo, e la grande maggioranza di questi è curabile. Nella metà dei casi basterebbe fornire loro un paio di occhiali da vista.

Inoltre diversi uomini della Marina Militare si sono volontariamente recati in scuole e ospedali di Mombasa per riqualificare, con una serie di attività manuali (carpenteria, idraulica), le strutture visitate.

Attori della campagna sono anche le maggiori aziende italiane nel campo della difesa. Sono presenti alcuni tra i principali gruppi industriali italiani, leaders mondiali nel campo tecnologico (su tutti il Gruppo Finmeccanica, presente in cinquanta Paesi nel mondo con circa sessantottomila dipendenti), gli stand di Expo 2015, dell’Istituto superiore della conservazione e del restauro, e di Federlegnoarredo. Mostrare dunque ciò di cui l’Italia è capace e rilanciare, in un periodo di difficile congiuntura economica internazionale, le capacità del Paese sul piano militare, umanitario e commerciale.

Inoltre “Sistema Paese in movimento” contribuisce a rafforzare le relazioni internazionali tra Stati, mediante la diplomazia navale ed esercitazioni navali congiunte con altri Paesi. E garantisce un’attività di sicurezza marittima internazionale (tra cui eventuali operazioni anti pirateria. L’Italia è stata la prima nazione presente nell’area dell’Oceano Indiano con le unità navali della Marina Militare, e partecipa attivamente alle missioni Atalanta dell’Unione Europea e Ocean Shield della Nato, che hanno registrato una drastica diminuzione nel numero degli abbordaggi e dei sequestri di navi mercantili e private nell’Oceano Indiano).

Il trentesimo gruppo navale, guidato dall’Ammiraglio Treu, è composto dalla portaerei Cavour, dalla fregata Bergamini, dal pattugliatore Borsini e dalla nave di rifornimento logistico Etna. Le quattro unità navali della Marina Militare Italiana hanno lasciato l’Italia lo scorso tredici novembre, e dopo aver fatto tappa in sette porti della penisola arabica, completeranno la circumnavigazione dell’Africa, facendo tappa in altri dieci porti africani, per poi rientrare a Civitavecchia ad Aprile.

Con questa missione emerge sotto diversi aspetti la “cultura del fare”, che ha visto l’Italia sempre protagonista. E’ da poco uscito un libro di Aldo Cazzullo, giornalista del Corriere della Sera, il cui titolo è “Basta piangere” e fa riferimento alle capacità degli italiani, spesso dagli stessi dimenticate e sottovalutate. Mai nome potrebbe essere più appropriato per spiegare il significato e il senso di questa operazione. Sistema Paese in Movimento, come ricorda l’Ammiraglio Treu, è un grande biglietto da visita per l’Italia.

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