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India, gay e Chiesa Cattolica

L’India considera gli omosessuali dei criminali. Chi li difende? La Chiesa Cattolica

Di Raffaele Buscemi
Pubblicato il 18 Dic. 2013 alle 17:28

In India la Corte suprema ha ripristinato una legge che considera l’omosessualità un reato e quindi criminalizza i gay. La pena può arrivare a dieci anni di carcere.

Gli attivisti delle associazioni Lgbt hanno detto che la colpa di una tale retromarcia è degli islamici, induisti e cristiani. In realtà, a riaprire il caso è stato BP Singhal, leader del partito ultranazionalista indù Bharatiya Janata Party (Bjp).

I cristiani c’entrano ben poco. Di più: chi è rimasto a difendere gay, lesbiche e trans nel subcontinente indiano? La Chiesa Cattolica. Che nel mondo occidentale viene vista invece come il peggior nemico dei diritti delle persone omosessuali ma che in India si sta esponendo pubblicamente nella difesa delle persone che verranno danneggiate da questa legge.

Il punto di distinguo fondamentale è che la Santa Sede resta contraria ai matrimoni, ma non alle singole persone. Infatti il cardinale arcivescovo di Mumbai, Oswald Gracias, ha respinto, con una dichiarazione all’agenzia Asianews, l’accusa di volere il carcere per gli omosessuali: «La Chiesa cattolica – ha detto – non è mai stata contraria alla decriminalizzazione dell’omosessualità, perché non abbiamo mai considerato i gay dei criminali. In quanto cristiani esprimiamo il nostro pieno rispetto agli omosessuali. La Chiesa cattolica si oppone alla legalizzazione dei matrimoni gay, ma insegna che gli omosessuali hanno la stessa dignità di ogni essere umano e condanna ogni forma di ingiusta discriminazione, persecuzione o abuso»

Già da diverso tempo si sta cercando di chiarire che l’insegnamento del Catechismo della Chiesa Cattolica si oppone a qualsiasi discriminazione nei confronti delle persone con tendenze omosessuali (punti 2357-2359). Insegnamento ripreso anche dalle parole di papa Francesco che hanno fatto capire quale sia l’atteggiamento della Chiesa in questo campo quando disse: « Il Catechismo della Chiesa cattolica insegna che le persone gay non si devono discriminare, ma si devono accogliere. Il problema non è avere questa tendenza, il problema è fare lobby e questo vale per questo come per le lobby d’affari, le lobby politiche, le lobby massoniche ».

Quello della Chiesa “anti-gay” è il classico stereotipo che non corrisponde alla realtà. Di fatto la storia parla chiaro: i paesi cattolici sono quelli che per primi hanno depenalizzato l’omosessualità come reato. Il primo paese ad abolire il reato d’omosessualità è stato la Francia nel 1810, il secondo l’Italia nel 1886, poi la Polonia nel 1932. Mentre l’anglicana Gran Bretagna si decise solo nel 1967, la Germania comunista nel 1968, la Jugoslavia «socialista» abolì il reato solo nel 1977, Israele nel 1988.

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