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In attesa del Papa, è tornato il Messi…a

Al terzo giorno il Barça resuscita e condanna il Milan alla dannazione europea

Di Angelo Attanasio
Pubblicato il 13 Mar. 2013 alle 11:52

“Apoteosi”, “Che notte!”, “Non sono di questo mondo”… Le edicole di Barcellona questa mattina sono un fiume in piena di superlativi, lodi sperticate e odi solenni al verbo blaugrana. L’impresa è stata notevole. Il Barça ha rifilato 4 gol al Milan, è riuscito a remuntare il risultato dell’andata e ora è qualificato ai quarti di Champions.

La vittoria ha ridato autostima a una squadra che probabilmente l’aveva smarrita sulla rotta tra Barcellona e New York. Lì è andato a curarsi l’allenatore Tito Vilanova e da lì dirige da più di un mese gli allenamenti per telefono. Già, la tecnologia; ma se poi non puoi strillare ad Alves di tornare in difesa, tutto diventa più difficile. Così nelle ultime settimane il Barça, la macchina perfetta, l’ammazza-avversari, aveva mancato gli appuntamenti più importanti: prima la sconfitta di San Siro, poi quelle più dolorose contro il Real Madrid, in Coppa e in Liga. In riva al Manzanares stavano già intonando il tanto atteso de profundis: è finito un ciclo, il Barça non ne ha più, adesso è il momento del Real Madrid, Messi non è poi questo granché.

Ed ecco invece che nel conclave del Camp Nou, Leo Messi, proprio lui, il più criticato in queste settimane, resuscita, si inventa una doppietta di classe e mette a tacere tutti. Villa e Alba ne mettono a segno altri due e dichiarano l’extra omnes. Fumata blaugrana, habemus Barça. Quello dell’altro mondo, quello che non lascia scampo e gambe ai giocatori mortali. Ora tutti sperano che si avveri la profezia: Barcellona e Real Madrid di nuovo contro, magari in finale. Non resta che sedersi, dunque, e aspettare di vedere il giudizio divino.

P.S.: Il Barça ha giocato in altre due occasioni durante i giorni del Conclave, nel 1958 e nel 1978, ed entrambe le volte ha vinto per 4-0. Magari se Allegri lo avesse saputo, non avrebbe schierato dall’inizio tre punte.

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