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Il mondo questa settimana

Uno sguardo agli eventi più importanti degli ultimi sette giorni.

Di Nessa Gibbardo
Pubblicato il 3 Mag. 2013 alle 18:03

In Italia si è insediato un nuovo governo, con Enrico Letta come premier e il sostegno del centrodestra di Silvio Berlusconi. La durata di una simile formazione sembra incerta: si tratta del primo governo di “larghe intese” del Paese dalla Prima Guerra Mondiale. In Islanda, le elezioni generali hanno visto soccombere la coalizione di centrosinistra: sebbene il centrodestra fosse al governo quando l’economia del Paese ha subito il collasso, il voto degli islandesi ha premiato l’area conservatrice. In Inghilterra, il partito antieuropeo Ukip ha fatto il pieno di voti alle elezioni locali, sottraendo consensi ai conservatori del primo ministro David Cameron. Il risultato elettorale sottolinea la crescente insoddisfazione dei cittadini nei confronti dei partiti tradizionali. La Banca Centrale Europea ha ridotto il tasso d’interesse di riferimento di 25 punti base, portandolo allo 0,5 per cento, minimo storico in Europa: “Ma i governi non vanifichino gli sforzi”, ha dichiarato il presidente della Bce, Mario Draghi. La regina Beatrice d’Olanda ha abdicato in favore del figlio, il principe Willem-Alexander, dopo 33 anni di regno.

Barack Obama è stato obbligato a rompere il silenzio di due anni sul destino dei detenuti di Guantanamo, dopo che circa 100 dei 166 prigionieri hanno aderito a uno sciopero della fame che ha costretto i responsabili del campo all’alimentazione forzata di alcuni di loro: “Il concetto in base al quale teniamo oltre 100 individui in una terra di nessuno senza una scadenza prevista va contro ciò che siamo”, ha affermato il presidente Usa. Nel frattempo, continuano le indagini su modalità e moventi dell’attentato di Boston, dopo l’individuazione dei due sospetti: tre colleghi di college di Dzhokhar Tsarnaev, uno dei due fratelli ritenuti gli autori dell’esplosione, sono stati arrestati per aver sottratto lo zaino e il laptop dell’amico, ostacolando la polizia. In una dichiarazione pubblica, Obama ha ammesso l’esistenza di prove sull’uso di armi chimiche in Siria: prima di un intervento armato Usa sarebbe però necessario ottenere ulteriori informazioni sulla possibilità che tali armi siano state usate dalle forze di Assad. Nella sua prima tappa del viaggio in America Latina, il presidente degli Stati Uniti ha messo in agenda sicurezza, economia, drug policy e riforma sull’immigrazione, in occasione della sua visita al presidente messicano Enrique Pena Nieto.

Il presidente boliviano Evo Morales ha espulso dal Paese l’agenzia statunitense per gli aiuti umanitari Usaid, accusata di cercare di indebolire il suo governo. La Corte Costituzionale del Paese ha stabilito che l’attuale presidente potrà correre per un terzo mandato. Secondo un rapporto dell’Idmc, la Colombia è per il quarto anno consecutivo il Paese con il maggior numero di sfollati al mondo. In Venezuela, sebbene con un margine ridotto rispetto a quello inizialmente comunicato, le autorità elettive hanno confermato che la vittoria di Nicolas Maduro è “irreversibile”. Nel frattempo Antonio Rivero, un generale in pensione legato all’opposizione, è stato arrestato con l’accusa di aver fomentato le violenze post elettorali, mentre un film-maker americano è stato accusato di spionaggio.

È salito a oltre 500 il bilancio dei morti nel crollo dell’edificio vicino Dhaka, in Bangladesh. I lavoratori dell’industria tessile hanno manifestato per chiedere migliori condizioni di lavoro. Il proprietario dell’edificio è stato arrestato nei pressi del confine con l’India. Sono finiti agli arresti anche alcuni dei costruttori del palazzo, tra cui un ingegnere che aveva lanciato l’allarme il giorno prima della tragedia. La Corea del Nord ha annunciato la condanna a 15 anni di lavori forzati ai danni del cittadino statunitense Kennet Bae, per tentato rovesciamento del governo. Il pubblico ministero che ha seguito il caso dell’omicidio dell’ex leader del Pakistan Benazir Bhutto è stato ucciso a Islamabad, mentre era alla guida della sua auto.

Secondo uno studio delle Nazioni Unite, almeno 260 mila persone sono morte tra il 2010 e il 2012 in Somalia per la carestia che ha colpito il Paese. Diverse persone, tra cui un membro dell’opposizione parlamentare, sono stati arrestati a Ndjamena, Ciad, con l’accusa di “complotto per la destabilizzazione”. Il Paese ha una lunga storia di colpi di Stato, l’ultimo dei quali ha portato al potere l’attuale presidente Idriss Deby. La Coalizione nazionale siriana ha accusato Hezbollah di voler destabilizzare la Siria, in seguito al sostegno ad Assad espresso dal leader del movimento libanese.

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