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Il mondo questa settimana

Uno sguardo complessivo agli eventi più importanti degli ultimi sette giorni

Di Miriam Beiato
Pubblicato il 26 Ott. 2012 alle 13:39 Aggiornato il 27 Nov. 2018 alle 09:42

Il mondo questa settimana 2

In Italia sono stati condannati a sei anni di detenzione sette membri della Commissione Grandi Rischi in carica all’epoca del terremoto dell’Aquila del 2009. Secondo il Tribunale dell’Aquila sono colpevoli di omicidio colposo plurimo e lesioni colpose. Avrebbero sottovalutato il pericolo di un possibile sisma, rassicurando i residenti sull’improbabilità di una scossa (che invece si è verificata nella notte tra il 5 e il 6 aprile 2009, causando 309 vittime). Il verdetto ha aperto un dibattito anche all’estero e ha spinto Luciano Maiani, presidente della Commissione, e altri componenti a rassegnare le proprie dimissioni.

Il 21 ottobre Paesi Baschi e Galizia sono andati alle urne. Mentre in Galizia il primo ministro spagnolo Mariano Rajoy e il suo Partito Popolare si sono riconfermati in testa alla regione, conquistando altri tre seggi (per un totale di 41 su 75), nei Paesi Baschi è stato il Partito Nazionalista Basco (Pnv) a trionfare, assicurandosi 27 dei 57 seggi in palio. I delicati equilibri del Paese sono stati minacciati ulteriormente anche nei giorni seguenti: il 23 ottobre l’agenzia di rating Moody’s ha declassato cinque regioni spagnole e alla fine di questa settimana il tasso di disoccupazione ha toccato il picco del 25 per cento.

I sostenitori della nutrita opposizione politica in Russia hanno partecipato all’elezione di un nuovo leader: si tratta di Alexei Navalny, uscito vincente da una votazione tenuta via internet. Nel frattempo anche altre personalità dell’opposizione hanno canalizzato l’attenzione internazionale: Maria Alyokhina e Nadezhda Tolokonnikova, due componenti della gruppo punk Pussy Riot già condannate a due anni di detenzione con l’accusa di teppismo motivato da odio religioso, sono state trasferite in due differenti carceri, usate nell’era sovietica come prigioni di massa.

Il 22 ottobre alla Lynn University di Boca Raton, in Florida, Barack Obama e Mitt Romney si sono confrontati nel terzo e ultimo dibattito televisivo della campagna elettorale. Il presidente in carica ne è uscito vincente, apparendo preparato e deciso nella serie di tematiche di politica estera affrontate. Tuttavia a meno di due settimane dal voto del 6 novembre la politica estera è apparsa come un ambito poco sentito e non decisivo come terreno di sfida. L’ascesa alla Casa Bianca si giocherà principalmente su altri temi, quali soprattutto la politica interna e l’economia con i suoi 12 milioni di disoccupati.

L’ex presidente di Cuba Fidel Castro ha prontamente smentito le “bugie” raccontate sul suo stato di salute. Affermando di non ricordare nemmeno come ci si senta con un mal di testa, il leader ha spazzato via le dicerie sulla sua presunta morte provocata da un ictus. Castro ha scritto e pubblicato un articolo circa le sue reali condizioni, accompagnato da alcune recenti foto che lo ritraggono – vivo – in una fattoria.

L’uragano Sandy sta lasciando il Mar dei Caraibi e nel frattempo perde potenza, tanto da essere stato declassato dalla categoria 2 alla categoria 1 sulla scala Saffir-Simpson. Lascia dietro di sé una serie di danni a infrastrutture e persone: in totale le vittime accertate nelle Grandi Antille sarebbero almeno 21, tra Cuba, Haiti e Giamaica. La forza dei venti ha raggiunto i 165 km/h, devastando abitazioni e interi raccolti.

Continuano gli scontri in Libano e il precario equilibrio nazionale appare sempre più instabile. Due persone sono state uccise da cecchini martedì 23 ottobre nella città di Tripoli, a nord del Paese. L’esercito intanto continua le operazioni per riportare sotto controllo la situazione. Si teme che il Libano venga risucchiato nel conflitto siriano.

Secondo Lakhdar Brahimi, l’inviato speciale di Onu e Lega Araba in Siria, i ribelli e le forze lealiste hanno accettato di fermare i combattimenti. La tregua durerà da venerdì 26 a lunedì 29 ottobre in occasione dell’Eid al-Adha, la festa religiosa del Sacrificio. “Molti sono scettici sulle prospettive per un cessate il fuoco, dati i precedenti” ha affermato l’ambasciatore Usa alle Nazioni Unite, Susan Rice.

Il ministro dell’Informazione del Sudan, Ahmed Belal Osman, ha accusato Israele di aver condotto un raid aereo su una fabbrica bellica nei pressi di Khartoum, la capitale del Paese. Gerusalemme non ha commentato la vicenda ma secondo molti ufficiali israeliani il Sudan è uno Stato terrorista che rifornisce di armi Hamas. Se venisse confermata la versione del governo di Khartoum, questa sarebbe la terza volta che Israele colpisce il territorio sudanese in maniera preventiva.

Almeno 20 persone sono rimaste uccise nel corso degli scontri esplosi il 21 ottobre scorso in Myanmar tra la maggioranza buddista e la minoranza musulmana, nel distretto occidentale di Rakhine. Lo riferiscono funzionari locali, secondo cui ”il bilancio delle vittime e’ destinato ad aumentare”.

Il ministro della Giustizia giapponese, Keishu Tanaka, ha consegnato le dimissioni al premier Yoshihico Noda lasciando il proprio incarico. Il motivo di tale decisione potrebbe essere legato sia alle sue critiche condizioni di salute sia alle polemiche che l’hanno travolto. L’uomo avrebbe infatti avuto legami con la Yakuza, la principale organizzazione criminale nipponica, 30 anni fa.

La Cina ha confermato che sue motovedette sono entrate stamani nel raggio di 12 miglia nautiche delle isole Diaoyu/Senkaku. Lo ha detto in conferenza stampa il portavoce del Ministero degli Esteri cinese, Hong Lei. ”Le motovedette cinesi hanno condotto pattugliamenti di routine nelle acque territoriali cinesi delle isole Diaoyu per salvaguardare la sovranita’ del Paese”.

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