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Il mariage gay e la destra francese

Nonostante l'imponente manifestazione di oggi a Parigi, l'UMP appare sempre più diviso e disorientato

Di Michele Barbero
Pubblicato il 26 Mag. 2013 alle 20:37

Oggi, a Parigi, migliaia di persone hanno riempito l’esplanade degli Invalides per protestare contro la recente legge sul matrimonio omosessuale. La partecipazione è stata imponente: in 200mila sono scesi in piazza, secondo la polizia. Hanno voluto difendere il matrimonio tra uomo e donna, ma anche mandare un messaggio tutto politico contro il presidente. Dal palco sono state scandite frasi come “Hollande, saremo il tuo incubo peggiore!”, e un gruppo di manifestanti ha perfino occupato una terrazza della sede del Partito Socialista, dispiegando un grosso striscione che intimava a Hollande di dimettersi.

Insomma, una grande prova di forza per la destra francese? In realtà, no. Jean-François Copé, successore di Nicolas Sarkozy alla guida dell’UMP, si trova in una posizione delicata; e c’è chi ritiene che questa sia stata “una manifestazione di troppo” per il partito, perché ne ha esasperato le spaccature interne.

Certo, alcuni deputati, come Henri Guaino, si dichiarano pronti a “protestare indefinitamente” contro i matrimoni gay. Ma molti altri esponenti hanno storto il naso per la partecipazione dell’UMP a un’ennesima dimostrazione di piazza. Specie considerando che questa volta l’obiettivo era un provvedimento già approvato dal Parlamento. Claude Lellouche, ad esempio, ha detto di “non aver veramente capito lo scopo della manifestazione. Questa legge è stata votata. E penso che il ruolo di un partito di governo non sia manifestare contro delle leggi che sono state già votate.” Le figure di spicco dell’UMP che hanno deciso di disertare la piazza sono numerose: dal primo ministro di Sarkozy François Fillon a Nathalie Kosciusko-Morizet, fondatrice della corrente moderata La France droite.

Il leader Copé, dal canto suo, ha cercato di destreggiarsi come poteva. Da un lato, non ha voluto rinunciare alla marcia parigina. Obiettivo: capitalizzare su quella che rimane un’imponente contestazione di Hollande da parte di una fetta consistente della società francese. E non lasciare il campo libero al Front National di Marine Le Pen.

D’altro canto, però, Copé ha anche fatto capire che dopo questa giornata ritiene necessario un cambio di passo. Questo il senso di una lettera inviata ai militanti del partito, in cui si auspica che d’ora in poi l’impegno sociale “si trasformi in impegno politico.”

L’ambiguità di questo atteggiamento non è però sfuggita all’area più radicale dell’UMP e ai rivali del segretario, che è stato prontamente accusato di non aver assunto una posizione abbastanza netta in merito alla manifestazione. In un attacco frontale, Laurent Wauquiez (che nella competizione prevista per settembre cercherà probabilmente di strappare a Copé la presidenza del partito) ha parlato di un “problema di direzione” e “di leadership”.

La piazza degli Invalides piena di manifestanti, quindi, non deve ingannare. In Francia, come nel Regno Unito, i matrimoni gay sono un tema tutt’altro che unificante per la destra. Al contrario, l’inseguimento della piazza ha portato allo scoperto fratture profonde: ideologiche, politiche e personali. Forse, quella di oggi è stata davvero una manifestazione di troppo.

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