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Il diamante perfetto

101,73 carati, proveniente dal Botswana, è stato battuto all'asta per la cifra record di 23,5 milioni di dollari

Di Ernesto Clausi
Pubblicato il 17 Mag. 2013 alle 20:55

Purissimo, incolore, la forma di una goccia (ma grande al punto da farlo sembrare una pera). Lo ha acquistato ieri il gruppo Harry Winston, colosso americano di recente rilevato dalla Swatch.

L’asta si è svolta a Ginevra, tenuta da Christie’s, la casa d’aste più antica del mondo. Il prezzo finale? Ventisei milioni di dollari, circa venti milioni di euro, compreso di tasse e commissioni. Era stato battuto, tra gli applausi dei presenti, alla cifra di ventitrè milioni di franchi svizzeri (qui il momento dell’aggiudicazione).

Quando è stato estratto dalle miniere di Jwaneng, nello stato del Botswana, la forma grezza era di ben duecentotrentasei carati. E’ stato sottoposto a lavorazione per ventuno mesi. L’istituto americano di gemmologia lo ha classificato con il voto più alto, “D”, esaltandone l’assenza di colore e la perfetta simmetria e purezza. La società che lo ha acquistato ha avuto poi il privilegio di “battezzarlo” con il nome di Harry Legacy. Un omaggio al celebre gioielliere americano, citato anche da Marilyn Monroe nel film “Gli uomini preferiscono le bionde”. Harry Winston, che non si faceva mai fotografare pubblicamente per motivi di sicurezza, creò quello che oggi è un impero.

Secondo i dati della Banca Mondiale, quasi la metà delle entrate statali in Botswana proviene dall’estrazione di diamanti. La principale società mineraria del Paese è Debswana, controllata al cinquanta per cento dal Governo e per l’altra metà dal gigante dei diamanti De Beers. Quest’ultima, fondata da inglesi in Sudafrica nel 1888, gestisce una cospicua fetta del mercato globale.

Le risorse naturali e minerarie in Africa fanno gola e sono fonte di conflitti. Diamanti, oro, uranio, sono spesso trafficati per finanziare guerre, gruppi ribelli e signori della guerra.

Nel duemiladue i Paesi produttori di diamanti, con il supporto delle Nazioni Unite, di aziende del settore e di varie organizzazioni non governative, crearono il Kimberley Process Certification Scheme, nel tentativo di contrastare il traffico illegale e garantire la provenienza lecita dei preziosi. Ma il problema è tutt’altro che risolto.

Propio ieri nella Repubblica Democratica del Congo più di venti persone sono morte nel crollo di una miniera. La regione del Kivu, luogo del tragico evento, è da anni al centro di scontri per il controllo delle risorse naturali e teatro di battaglia per lordwars, ribelli e multinazionali.

Il fenomeno del commercio di diamanti, le connessioni con l’Europa e gli intrecci commerciali e criminali sono espressi magistralmente nel film Blood Diamond, diretto da Edward Zwick e sponzorizzato da Amnesty International.

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