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Hollande corre ai ripari

Sono tempi duri per il governo socialista francese. Che prova a reagire

Di Michele Barbero
Pubblicato il 25 Mar. 2013 alle 21:14

Di fronte a una disoccupazione in crescita (le stime di febbraio sono previste per questa settimana, ma non ci si aspetta nulla di buono) e a una grave crisi di consensi, i socialisti francesi appaiono ansiosi di riguadagnare l’iniziativa agli occhi del paese.

Oggi il primo ministro Jean-Marc Ayrault ha catalizzato l’attenzione presentando un progetto di 2000 nuove assunzioni a Pôle emploi, l’istituto pubblico che si occupa di assistere quanti sono in cerca di lavoro.

Insistendo su come “crescita e occupazione” siano le priorità del governo, Ayrault ha preparato il terreno per un altro appuntamento, ben più cruciale: giovedì, il Presidente François Hollande si sottoporrà a un’intervista televisiva di circa tre quarti d’ora su France 2. I temi saranno molti, dal Mali alla politica interna; ma il lavoro occuperà certamente una posizione di primo piano: Hollande tenterà di convincere un elettorato sempre più scettico che il trend negativo attualmente in corso potrà essere raddrizzato entro la fine dell’anno.

La riuscita di quest’operazione mediatica è però tutt’altro che scontata. Ultimamente tira una brutta aria per l’esecutivo, che ha dovuto far fronte ad una serie di eventi piuttosto dannosi per la sua credibilità. La settimana scorsa, l’Istituto statistico nazionale ha pubblicato un rapporto negativo sulle possibilità di ripresa dell’economia in tempi rapidi. Sul fronte etico-sociale, poi, una manifestazione tenutasi domenica contro il matrimonio omosessuale ha assunto i caratteri di una dura protesta anti-Hollande. Per di più si sono verificati scontri tra polizia e manifestanti, e il ministro dell’interno Manuel Valls è finito sotto attacco per la gestione della sicurezza.

In questo contesto, la popolarità di Hollande sembra in caduta libera: meno 6 punti da febbraio a marzo, con appena il 31% dei francesi che si dicono “soddisfatti” del loro Presidente – a Maggio 2012, subito dopo l’elezione, erano il doppio.

Insomma, tra una crisi che non fa sconti a chi governa e recrudescenze tradizionaliste, il momento non è certo fra i più rosei per Hollande. Stiamo a vedere come se la caverà giovedì. Je vous ferai savoir.

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