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Hodgson contro l’omofobia nel calcio

In uno sport in cui "non esistono omosessuali"... l'allenatore dell'Inghilterra si è espresso in favore della campagna "Football v Homophobia"

Di Nicola Sbetti
Pubblicato il 26 Feb. 2013 alle 16:14 Aggiornato il 28 Nov. 2018 alle 13:58

Hodgson contro l’omofobia nel calcio

Il calcio non è uno sport per omosessuali! Qualche esempio?

“Gay nel calcio? Mai visto uno” Marcello Lippi 7 gennaio 2009.

“Gay in nazionale? Sono problemi loro. Ma spero di no” Antonio Cassano 12 giugno 2012.

“Credo che l’omosessualità sia ancora incompatibile col calcio odierno” Robbie Rogers dopo aver fatto coming out il 16 febbraio 2013.

Ciononostante c’è chi prova a ribellarsi a questa visione negazionista o fatalista. Nel 2013 infatti è stata lanciata la campagna: “Football V. Omophobia“. A dare maggior autorevolezza e visibilità a questa iniziativa contro l’omofobia nel calcio ci ha pensato quel gentiluomo cosmopolita di Roy Hodgson che ha dichiarato:

“Nella mia carriera ho avuto la fortuna di allenare club e nazionali intorno al mondo e dalla mia esperienza posso dire che il calcio è un gioco che trascende le differenze culturali e religiose e che per il suo appeal mondiale favorisce le diversità e l’inclusione. Non vorrei mai vedere qualcuno escluso dal praticare o guardare questo magnifico gioco solo perché timoroso di quello che gli potrebbe essere detto. Ecco perché è importante che tutti sosteniamo Football V Homophobia. Come sempre l’educazione è la chiave per il progresso e per creare un’atmosfera che permetta a tutti di godersi il gioco a cui siamo appassionati”.

Con questa sua esternazione il Mister della nazionale inglese compie un passo in avanti relativamente a un tema che appare tutt’oggi un tabù. Non molto infatti è cambiato dal 22 ottobre 1990 quando l’attaccante inglese Justin Fashanu fu il primo calciatore professionista in attività ad affermare pubblicamente la propria omossessualità. Le reazioni contro la scelta dal centravanti londinese furono talmente pesanti che per più di un decennio nessun calciatore in attività ha avuto il coraggio di fare altrettanto. Solo nel marzo del 2011 il difensore svedese Anton Hysén ha fatto coming out in un’intervista al giornale Offside e oggi continua a giocare senza problemi nel Utsiktens BK, che in Svezia gioca nel campionato di terza serie. In febbraio l’ala statunitense Robbie Rogers, dopo essersi dichiarato gay, ha invece deciso di ritirarsi dal calcio, non ritenendo l’ambiente pronto ad accettare la sua decisione e le numerose testimonianze di solidarietà non lo hanno indotto a cambiare idea.

La sfida di Football V. Omophobia però non riguarda solo gli atleti omosessuali, ma tutti i calciatori e gli appassionati di calcio. Finché i calciatori e i tifosi eterosessuali non si spenderanno con forza in questo senso, l’omofobia non potrà essere cacciata via dai campi di calcio. Ecco perché le dichiarazioni di Roy Hodgson vanno accolte e sostenute con grande ottimismo nella speranza che non rimangano isolate.

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