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Heliópolis, tra le fiamme

Ancora tutte da accertare le cause dell’incendio che ha colpito la favela più grande di San Paolo, in Brasile

Di Action Aid
Pubblicato il 9 Lug. 2013 alle 16:29

Nella notte di domenica 7 luglio la favela di Heliópolis, la più grande di San Paolo (Brasile), con oltre 120.000 abitanti, è stata avvolta dalle fiamme. I morti accertati sono 3 mentre i feriti ammontano a 19. Le persone rimaste senza casa sono 870.

Ancora tutte da accertare le cause dell’incendio, ma alcuni abitanti hanno raccontato di aver visto un pallone aerostatico cadere sulle case vicine. I vigili del fuoco, con 60 unità e 24 auto-pompa, hanno lavorato l’intera giornata di domenica e lunedì mattina per domare le fiamme. Ieri mattina, l’intera area era ancora chiusa per la presenza, sotto le macerie, di sostanze infiammabili e bombole di gas. I vigili del fuoco sembrano al momento escludere la possibilità di nuovi incendi.

Tuttavia, la situazione resta ancora delicata soprattutto per le persone che hanno visto sparire fra le fiamme tutto ciò che avevano. Il “Buon Mattino” di San Paolo riporta che molti residenti non hanno ricevuto informazioni dalle autorità sul come affrontare la notte: alcuni hanno scelto di farsi ospitare da parenti e amici mentre altri sono rimasti nei pressi del luogo dell’incendio per sorvegliare la propria casa e i propri averi.

Nei prossimi giorni, il Dipartimento che si occupa delle questioni abitative visiterà Heliópolis per registrare gli sfollati e la prossima settimana arriverà la prima tranche di aiuti sottoforma di contributi per gli affitti (400 R$ al mese). Il governo riuscirà in questo modo a dare assistenza a circa 300 famiglie.

Gli sfollati saranno anche i principali beneficiari del programma del governo federale “My house, My life”: si sta infatti studiando la possibilità di costruire degli alloggi sociali nella zona di Ipiranga, vicino alla favela di Heliópolis.

ActionAid è in contatto con il partner UNAS per valutare l’impatto che l’incendio ha avuto sulle famiglie coinvolte nel nostro programma di sostegno a distanza: al momento sappiamo che 20 persone hanno perso mobili e accessori di vario genere. Stiamo lavorando con UNAS per seguire la situazione e rispondere in maniera appropriata alle esigenze delle numerose persone non contattate dal governo.

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