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Habemus Papam anche a Venezia

Le novità della Biennale di Venezia 2013, la prima con la Santa Sede

Di Vittoria de Petra
Pubblicato il 14 Mar. 2013 alle 12:04

Ieri Roma ha accolto, oltre ad un buon numero di pellegrini attirati dall’elezione del Papa, anche la conferenza stampa di presentazione della prossima Biennale di Venezia, al suo 55esimo anno, che sarà orchestrata da un curatore più giovane di lei. Quarant’anni, esperienza decennale alla direzione della Fondazione Trussardi di Milano, Massimiliano Gioni (l’uomo della Biennale 2013) è già stato responsabile di un buon numero di manifestazioni artistiche di portata internazionale. Il titolo scelto per questa Biennale, che già da qualche tempo riecheggiava da dietro le quinte, è Il Palazzo Enciclopedico e fa riferimento ad un eccezionale progetto presentato nel 1955 dall’artista italiano – adottato da New York – Marino Auriti. Se l’idea originaria (mai realizzata) di Auriti era di raccogliere tutto il sapere del mondo in 136 piani di grattacielo, Il Palazzo Enciclopedico della Biennale si limiterà ad ospitare le opere d’arte nei tradizionali padiglioni che, per stavolta, diventeranno un luogo fantastico, fortezza del sapere e della memoria condivisa in un periodo storico-artistico di frammentazione e dispersione: “Un’indagine sui modi in cui le immagini sono utilizzate per organizzare la conoscenza e per dare forma alla nostra esperienza del mondo”.

A riempire questa sorta di Palazzo di Atlante ariostesco, ci saranno le opere di 150 artisti provenienti da 37 nazioni. Oltre ai nomi degli emergenti, che qualcuno chiama così ma data l’età di alcuni sarebbe meglio definire emergenti-ma-non-troppo, ci sarà anche un parterre ben nutrito di artisti defunti quali Hilma af Klint (1862-1944) o Hans Bellmer (1902-1975) e di nomi noti, come Ragnar Kjartansson, Paul McCarthy, Steve McQueen e il pakistano Imran Qureshi. Il 2013 accoglierà al loro debutto i padiglioni della Repubblica del Kosovo, del Kuwait, delle Maldive, del Paraguay e di Tuvalu ma, la vera novità ufficializzata proprio ieri, è la partecipazione alla Biennale – udite, udite! – della Santa Sede. Habemus Papam, quindi, anche a Venezia.

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