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Il prezzo da pagare per fare il giornalista in Brasile

Il corpo del reporter brasiliano Evany José Metzker è stato trovato senza vita nel sudest del Paese. Stava lavorando a un’inchiesta su una rete di prostituzione minorile

Di Fernanda Pesce Blazquez
Pubblicato il 19 Giu. 2015 alle 14:04

“Benvenuti a Padre Paraíso. Le regole e le leggi ci danno fastidio, qui non le abbiamo”. La pubblicazione di questa frase è costata la vita a un giornalista brasiliano.

Evany José Metzker, un reporter di 67 anni scomparso il 14 maggio 2015, è stato trovato morto, decapitato, quattro giorni più tardi nei pressi di Padre Paraíso, una città di 19mila abitanti nello stato federale di Minas Gerais, nel sudest del Brasile.

Metzker era l’autore del sito Coruja do Vale, un blog in cui venivano principalmente trattati i casi e gli omicidi di corruzione nella regione. Secondo quanto riportato dal sindacato dei giornalisti dello stato federale di Minas Gerais, il blogger viveva da tre mesi in un ostello e stava lavorando a un’inchiesta su una rete di prostituzione minorile.

Il sindacato ha individuato un possibile collegamento tra l’assassinio di Metzker e la sua inchiesta. Il presidente del sindacato, Kerison Lopes, ha insistito affinché la polizia federale si occupasse del caso, dal momento che fin troppo spesso sono proprio gli organi locali del potere a essere implicati in questo tipo di delitti.

Il caso di Metzker a Minas Gerais non è il primo e probabilmente non sarà nemmeno l’ultimo: già nel 2013, le morti violente di due giornalisti scossero gli abitanti dello stato federale brasiliano.

Un fotografo e un reporter stavano lavorando a un’inchiesta sui crimini commessi dalla polizia nel comune di Ipatinga. Nel giro di un mese furono entrambi assassinati. Un agente di polizia fu poi condannato a dodici anni di prigione per entrambi gli omicidi.

Secondo i dati dell’organizzazione Reporteros Sin Fronteras (Rsf), quella di Metzker è la seconda morte violenta di un giornalista avvenuta nel 2015 in una nazione, il Brasile, che è la terza più pericolosa in America latina, dopo il Messico e la Colombia.

Il Brasile si trova al novantanovesimo posto su 180 Paesi presi in esame nel rapporto sulla libertà di stampa elaborato da Reporteros Sin Fronteras (Rsf).

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