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Doha capitale ‘globale’ dello sport

In vista dei Mondiali del 2022 una maestosa tre giorni riunisce in Qatar il gotha dello sport e rilancia candidatura olimpica e ambizioni geopolitiche

Di Nicola Sbetti
Pubblicato il 12 Dic. 2012 alle 06:23 Aggiornato il 27 Nov. 2018 alle 10:38

Doha capitale globale dello sport

Sport has the power to change the world”. Con questo accattivante slogan si è aperto il Doha Goals Forum, una tre giorni (10-12 dicembre) di incontri che ha portato nella penisola araba il mondo dello sport che conta. Non si tratta solamente di una maxi-conferenza sulle opportunità offerte dallo sport globale, ma dell’ennesima riprova che lo sport in Qatar sia uno strumento di ‘soft power’.

Uscito rafforzato dalla crisi economica del 2008, il piccolo Paese del Golfo, guidato dal 1995 da Hamad bin Khalifa al-Thani,è riuscito a ritagliarsi un ruolo autonomo, nonostante la presenza di due ‘giganti politici’ come l’Arabia Saudita e l’Iran ai suoi confini. Oltre all’azione finanziaria, possibile grazie alle rendite garantite da petrolio e gas, e all’influenza mediatica di Al Jazeera, lo sport rappresenta un pilastro non secondario all’interno della visione strategica con cui il Paese cerca di rafforzare la propria posizione di potenza regionale nel Medio Oriente.

Lo shopping all’estero, volto a diversificare il portafoglio finanziario e a promuovere l’immagine del Paese, ha portato, attraverso l’azione della Qatar Investment Authority, a fare incetta di diritti televisivi calcistici, alla prestigiosa sponsorizzazione del Barcellona, all’acquisto (in parte fallimentare) del Malaga e a quello più redditizio del Paris Saint Germain.

Non è un caso che Nicolas Sarkozy sia uno degli invitati di maggior prestigio alla conferenza. Nel 2010 l’allora presidente francese consegnò la Legion d’Onore a Tamim al-Thani, principe ereditario, presidente del Comitato Olimpico qatariota e membro Cio. L’anno successivo facilitò la trattativa per l’acquisto del Psg e, secondo ‘So Foot’ avrebbe persino contribuito, con pressioni su Michael Platini, a favorire l’assegnazione dei Mondiali di calcio del 2022 al Qatar.

Per aumentare il proprio prestigio e affermare al mondo la sua esistenza, il Qatar sta infatti cercando di affermarsi come ‘casa dello sport globale’. Ha già ospitato i Mondiali di tennistavolo (2004), quelli di sollevamento pesi (2005), gli Asian Games (2006), i Mondiali di atletica indoor (2010) e la Coppa d’Asia di calcio (2011). Ospita regolarmente il Mondiale per club di pallavolo, il Super globe di pallamano, un torneo Atp e Wta di tennis, un master di golf, un gran premio motociclistico, un giro ciclistico, una tappa dell’Equestrian Global Champions Tour e della Diamond League di atletica. Nel 2014 ospiterà i Mondiali di nuoto in vasca corta, nel 2015 quelli di pallamano e nel 2016 quelli di ciclismo.

L’apoteosi è stata raggiunta con l’assegnazione dei Mondiali di calcio del 2022, ma la casa reale non ha nascosto un certo fastidio per la mancata assegnazione dei Mondiali di atletica del 2017 (andati a Londra) e soprattutto per il taglio di Doha dalla corsa per le Olimpiadi del 2020. Il Doha Goals Forum, dunque, non vuole essere una semplice tappa di avvicinamento al 2022, ma un’ulteriore ambiziosa prova di forza, volta a dimostrare che un Paese di poco più di un milione e mezzo d’abitanti è in grado di trasformarsi nel punto di riferimento dello sport globale per i prossimi decenni e, soprattutto, di ospitare le Olimpiadi del 2024.

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