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Da Taksim a Tahrir

Andando controcorrente

Di Azzurra Meringolo
Pubblicato il 4 Giu. 2013 alle 23:58

Diciamo che quelli di oggi sono pensieri sparsi che iniziano nei dintorni di piazza Tahrir e finiscono a piazza Taksim. Le immagini di quest’ultima riempiono, giustamente, i nostri mezzi di comunicazione. Tahrir invece è scomparsa da mesi e anche in giornate come queste in cui argomenti per parlarne ce ne sarebbero a iosa, nessuno sembra interessarsene.

La notizia più preoccupante di oggi riguarda la sentenza a carico dei 43 uomini del personale delle Organizzazioni non governative, Ong, ( anche internazionali) che a fine 2011 sono state vittime della retata delle autorità nazionali. Accusati di dare o ricevere fondi stranieri senza i necessari permessi, questi uomini sono stati condannati da 1 a 5 anni di carcere. La sentenza è particolarmente preoccupante perché arriva in un momento in cui il nuovo regime sta cercando di far passare una legge sulle Ong che prevede ampi controlli del governo sull’operato della società civile.

A preoccupare è anche il quadro istituzionale che si complica sempre di più. Da tempo e stata sciolta la camera bassa del parlamento, ma in questi giorni l’Alta Corte ha dichiarato anticostituzionale il sistema elettorale attraverso il quale è stata votata anche la camera alta, Shura, e le modalità attraverso le quali sono stati scelti i componenti dell’Assemblea Costituente. Per evitare che il paese rimanesse senza Parlamento è stato deciso che la camera alta continua a lavorare … ma verrà in seguito sciolta. Sono quindi previste elezioni anche per questa. La domanda di fondo è ora un’altra: può essere ritenuto costituzionale un documento, la Costituzione, redatto da un’assemblea anticostituzionale?

A questi problemi istituzionali, si somma una grossa figuraccia della diplomazia egiziana. Ricordate la questione della diga che l’Etiopia sta costruendo? Ecco, Mursi ha convocato membri dell’Opposizione a parlare con lui per trovare una soluzione. Alcuni sapevano che la riunione sarebbe andata in diretta, altri lo ignoravano e si sono lasciati andare … pronunciando frasi che aprono una vera e propria crisi diplomatica con Addis Abeba ( per il contenuto delle frasi vi rimando alla mia amica Zeinobia). Diciamo che l’effetto fuorionda è stato fatale. Sulla rete leggo tesi cospirative che accusano Mursi di aver proggettato il tutto per fare vedere quando è radicale l’opposizione. Sinceramente, visto anche quanto è uscito macchiato Mursi, non credo a questa teoria.

Da Tahrir arriviamo a Taksim, nel farlo cavalchiamo le onde di quanti da giorni ci continuano a dire che Taksim è un’altra Tahrir. Ci saranno anche uguaglianze, ma tante sono le differenze, soprattutto se osserviamo la struttura sociale da dove nascono le proteste. Quello che è chiaro è che ormai Tahrir è diventato un modello. Lo è stato per Occupy e anche per i nostri 5 stelle. Ogni progetto rivoluzionario cerca di evocarla, di ricrearla.

E mentre Tahrir si consacra come un modello mi domando che cosa ne sarà ora del modello turco e della sua credibilità? A quanti per più di due anni ci hanno chiesto se il nuovo Egitto si ispira al modello turco oggi che cosa risponderemmo?

Non escludo che i giovani del Cairo … un pensierino ce lo stiano facendo.

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