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Da Tahrir a Congo Square

Il Jazz Festival della dannata New Orleans

Di Azzurra Meringolo
Pubblicato il 30 Apr. 2013 alle 22:58

I ragazzi di piazza Tahrir si sono presi una vacanza e sono andati a New Orlean, il santuario del Jazz che ospita l’annuale festival di questo genere musicale, attorno alla nuova Congo Square ( in quella originale si facevano riti vodoo).

Alla faccia degli Stati Uniti puritani e perbenisti. New Orleans è la città trasgressiva per eccellenza. Attraversata da un brezza libertina che a volte sfocia in libertinaggio, la capitale della Luisiana è anche soprannominata the Big Easy, la grande facile. Cosi la chiamano quanti credono che questa città dove tutto è possibile non ha nulla da invidiare a The Big Apple, la grande mela di New York, dove i sogni di ogni cittadino devono scontrarsi con una realtà frenetica e un clima tutt’altro che mite.

“Il jazz è alle radici della cultura popolare americana, è il padre del rock, il fratello del blues e un antenato non troppo lontano del hip hop” si legge su uno dei tanti cartelli esposti nel parco dove domenica prossima terminerà il festival durato due settimane. La prima edizione si è tenuta nel ‘70, ma era da quasi un secolo che gli accordi sincopati delle tastiere avevano iniziato ad accompagnare trombe, sax e percussioni. A trasformare il laboratorio musicale di New Orleans nel santuario del jazz è stato … l’italo-americano Cosimo Matassa, un ingegnere che non divertendosi troppo nel suo studio, lo ha convertito in una sala di registrazione.

Più che alle parole, lasciamo spazio alla musica la vera protagonista di questo evento.

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