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Buenos Libros

La Fiera del libro di Buenos Aires

Di Laura Fotia
Pubblicato il 14 Mag. 2014 alle 00:00

Si è conclusa il 12 maggio la 40° edizione della Feria Internacional del Libro di Buenos Aires, inaugurata il 24 aprile e svoltasi presso La Rural, il principale centro di fiere ed esposizioni del paese situato nel quartiere Palermo della capitale argentina.

La Fiera del libro di Buenos Aires quest’anno ha ospitato circa 1,500 espositori provenienti da più di 40 nazioni e oltre 300 case editrici. Creata nel 1975 da quella che in seguito è diventata la Fondacion El Libro, tuttora responsabile dell’evento, la Feria Internacional di Buenos Aires è oggi uno degli eventi culturali più importanti al mondo oltre che una iniziativa particolarmente apprezzata tanto dai porteños, gli abitanti di Buenos Aires, quanto da argentini o stranieri che si trovano tra aprile e maggio nella bella capitale argentina.

Ogni anno è visitata da più di un milione di lettori e da migliaia di scrittori, editori, distributori, traduttori e bibliotecari, e anche quest’anno l’affluenza è stata enorme, persino il 2 maggio, giorno in cui il quartiere di Palermo era invaso da 250.000 teenagers accorse per il concerto Martina Stoessel, meglio conosciuta come Violetta.

Ai visitatori sono stati regalati buoni del valore di 25 e 40 pesos argentini, corrispondenti a circa 2 e 4 euro. Non molto, certo, ma comunque un incentivo a scegliere almeno uno tra le migliaia di libri esposti.

A inaugurare questa edizione è stato chiamato Joaquín Salvador Lavado Badger, in arte Quino, il celebre disegnatore argentino noto soprattutto per essere il creatore di Mafalda, l’intelligente e polemica bambina amata in tutto il mondo che ha festeggiato quest’anno i suoi 50 anni.

“La Feria si è trasformata in un fatto culturale di un’importanza unica per l’Argentina – ha dichiarato Quino – perché non è visitata solo da professionisti del libro, ma da intere famiglie”. Parlando poi della sua lunga e proficua attività l’autore ha spiegato come a suo parere l’humour nasca dal senso critico che una persona sviluppa di fronte ai fatti. “Quello che mi sorprende di me stesso – ha continuato Quino – è come io abbia realizzato vignette che sembrano disegnate oggi.”

Oltre all’omaggio allo scrittore Julio Cortázar, realizzato dalla casa editrice che cura le pubblicazioni dell’autore e dal Gobierno de la Ciudad Autonoma de Buenos Aires, è stato organizzato in tempi brevi anche un omaggio a Gabriel García Márquez, il Premio Nobel per la Letteratura, scomparso di recente.

Un pubblico numeroso ed emozionato ha accolto inoltre gli scrittori Paul Auster e John M. Coetzee, mentre a far discutere ci ha pensato Andrew Wylie, uno degli agenti letterari più importanti del mondo, rappresentante, tra gli altri, di Susan Sontag, Vladimir Nabokov, Jorge Luis Borges, Philip Roth e Salman Rushdie, sparando a zero sul colosso Amazon.

Impegnato da anni nella lotta per la difesa della letteratura di qualità, Wylie, soprannominato “lo sciacallo” per un cinismo e un’antipatia che lo rendono oggetto di continua attenzione mediatica, è stato infatti autore di un duro attacco contro l’azienda statunitense, accusata di incentivare di fatto la circolazione di letteratura di serie B: “spazzatura” costituita da thriller e romanzi rosa che le persone si vergognerebbero di comprare in un negozio e di possedere in forma cartacea.

Ben più pesanti le critiche rivolte a Kindle, definito un dispositivo “letale e cancerogeno” da Wylie, che, non argomentando tali accuse, ha profetizzato una rapida scomparsa del gigante e un ritorno alla crescita della produzione del libro cartaceo. Una considerazione azzardata se si pensa che oggi il 19,5% dei libri che si vendono negli Stati Uniti sono per il Kindle e che i testi elettronici costituiscono il 30% del totale delle vendite di libri nel paese.

La posizione di Wylie non sembra comunque in linea con quella degli organizzatori della Feria, che negli ultimi anni hanno ribadito anche attraverso la scelta dei temi portanti delle varie edizioni l’equivalenza tra il formato elettronico e quello cartaceo nel compito di divulgare e diffondere il sapere e l’immaginazione.

Meno ottimista sul futuro del libro cartaceo è sembrato invece Quino, che alla domanda su come immaginasse la Feria tra quaranta anni ha risposto: “Non ne ho la minima idea. Credo che sarà tutto libro elettronico e questo, in un certo senso, cambierà la relazione tra il lettore e il testo. Non è la stessa, a mio modo di vedere le cose, la relazione che si stabilisce con il libro di carta rispetto a quella che si stabilisce con uno schermo”. Inevitabile chiedersi cosa direbbe in proposito la geniale Mafalda, ma una risposta a questa domanda è venuta indirettamente dallo stesso Quino: “Quando mi chiedono cosa direbbe Mafalda se vivesse al giorno d’oggi gli rispondo che direbbe quello che direi io. Mafalda è Quino”.

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