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Uber ha pagato degli hacker per nascondere un massiccio furto dei dati degli utenti

Credit: Jaap Arriens

I dati rubati includono i nomi, gli indirizzi email e i numeri di telefono di 50 milioni di passeggeri Uber nel mondo e di 7 milioni di autisti

Di Anna Ditta
Pubblicato il 22 Nov. 2017 alle 09:09 Aggiornato il 22 Nov. 2017 alle 09:17

L’azienda di trasporto automobilistico privato Uber ha coperto un massiccio furto dei dati personali relativi a 57 milioni di suoi utenti e autisti in tutto il mondo a ottobre 2016. La società ha ammesso martedì 21 novembre di aver pagato 100mila dollari per cancellare i dati e mantenere sotto silenzio quanto accaduto, senza segnalarlo alle persone coinvolte e alle autorità.

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La notizia è stata riportata dall’agenzia si stampa internazionale Bloomberg dopo oltre un anno da quando sono accaduti i fatti.

I dati rubati negli attacchi hacker includono i nomi, gli indirizzi email e i numeri di telefono di 50 milioni di passeggeri Uber in giro per il mondo e quelli di 7 milioni di autisti. Sono inclusi anche circa 600mila numeri di patente di cittadini statunitensi. Uber ha precisato che non sono stati invece trafugati i dati relativi alle carte di credito, alle date di nascita, alle località dove è stato svolto il servizio o altri tipi di dati.

“Nulla di tutto ciò sarebbe dovuto accadere, e non cercherò scuse su questo”, ha detto l’amministratore delegato di Uber Dara Khosrowshahi in una dichiarazione che riconosce il furto dei dati. “Ma se non posso cancellare il passato, posso garantire per conto di ogni impiegato Uber che impariamo dai nostri errori”.

Khosrowshahi ha aggiunto che l’azienda ha “ottenuto rassicurazioni sul fatto che i dati scaricati sono stati distrutti” e ha migliorato la sua sicurezza informatica. Ma la “mancata notifica agli individui o alle autorità di regolamentazione” della società lo ha spinto a prendere diverse misure, tra cui il licenziamento di due dei dipendenti responsabili dell’azione della società nel 2016.

Secondo Bloomberg, uno dei due impiegati è Joe Sullivan, capo dell’ufficio sicurezza di Uber.

Khosrowshahi ha detto di essere venuto a conoscenza dei fatti solo di recente, dopo aver sostituito il co-fondatore di Uber Travis Kalanick come amministratore delegato ad agosto scorso.

 

 

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