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    Una tuta per volare come quella di Iron Man è stata messa in vendita a Londra | VIDEO

    La tuta per volare inventata da Richard Browning
    Di Anton Filippo Ferrari
    Pubblicato il 19 Lug. 2018 alle 15:21 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 21:33

    Una tuta che permette di volare è stata messa in vendita a Londra. Secondo quanto riferito dai media inglesi, i grandi magazzini del lusso Selfridges hanno messo in vendita la tuta “Dedalus” inventata dal giovane Richard Browning, che ha eseguito una dimostrazione del volo di fronte al negozio.

    Una tuta non proprio economica. Per averla servono infatti ben 340mila sterline, circa 381mila euro.

    Ma come funziona? Attraverso sei micro turbine, i jet collocati su schiena e braccia riescono a sfidare la gravità fino a far sollevare dal suolo chi la indossa.

    Il pilota può arrivare a 51.53 chilometri orari e salire fino a 3,7 chilometri da terra.

    Design che richiama espressamente alla celebre uniforme indossata da Tony Stark, il supereroe Iron Man, nei fumetti e film marvel.

    In futuro gli aerei voleranno senza pilota. Ve la sentireste di salire a bordo?

    In futuro gli aerei passeggeri saranno in grado di volare autonomamente, ovvero senza la necessità di avere a bordo un pilota umano.

    Uno scenario che però, stando a quanto riferiscono la maggior parte degli esperti, è ancora lontano (ma non troppo) dato che la tecnologia, l’industria e i passeggeri non sono ancora pronti per un passo così importante.

    “Penso che probabilmente potrebbe accadere”, le parole di Michael Wiggins, presidente del dipartimento di scienza aeronautica presso l’Università aeronautica di Embry-Riddle in Florida.

    “In questo momento, qualsiasi passo in avanti verso l’obiettivo di far volare autonomamente gli aerei deve essere fatto molto lentamente – ha precisato ai microfoni del New York Times -. Solo dopo una serie di ricerche portate a termine con risultati positivi, si potrà pensare di procedere”.

    Automazioni che esistono in aviazione già da diversi anni. “I controlli di volo automatizzati risalgono agli anni ’20 e durante la seconda guerra mondiale gli aerei avevano autopiloti rudimentali”, ha proseguito il dott. Wiggins.

    “L’idea era che l’automazione avrebbe sollevato i piloti da operazioni di volo e monitoraggio di routine e avrebbe permesso loro di concentrarsi su altri compiti importanti da portare a termine durante i vari voli”.

    Nel corso del ventesimo secolo le caratteristiche dell’autopilota sono – ovviamente – diventate più sofisticate con i voli che sono diventati più sicuro dato che i sistemi sono stati in grado di rilevare i problemi in modo più rapido ed efficace rispetto ai piloti umani.

    Gli aerei di grandi dimensioni che facevano le tratte più lunghe del mondo anni fa richiedevano tre o addirittura quattro persone in servizio contemporaneamente nella cabina di pilotaggio. Ora, grazie alle nuove tecnologie, bastano due piloti.

    Insomma, prima o poi gli aerei si piloteranno da soli. Succederà il prossimo anno? No. Succederà prima di quanto pensiamo? Sì.

    Tecnologia che comunque non potrà mai fare a meno del controllo remoto o meno dell’uomo. Ad esempio: in caso di guasti, chi porterebbe a terra il velivolo? La tecnologia è in grado di autoripararsi o di “inventarsi” una soluzione alternativa?

    Domande che dovranno trovare risposta. Intanto, i principali produttori di aerei come Airbus e Boeing stanno spingendo sempre più avanti i confini tecnologici.

    “Con il continuo miglioramento della tecnologia, l’automazione diventa più affidabile e può gestire più attività. Parallelamente, il ruolo del pilota si sta evolvendo”, ha dichiarato Airbus in una e-mail inviata al New York Times. “L’aeromobile senza pilota non è solo una questione di fattibilità tecnica, ma anche di accettabilità sociale”.

    E voi? Sareste disposti a volare a bordo di un aereo senza pilota umano?

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