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60 anni fa la cagnolina Laika divenne il primo essere vivente spedito nello spazio

Il viaggio a bordo dello Sputnik 2 fu di sola andata per la cagnolina randagia di tre anni, morta poco dopo il lancio della piccola capsula

Di Giuseppe Loris Ienco
Pubblicato il 3 Nov. 2017 alle 17:16

Il 3 novembre 1957, esattamente 60 anni fa, una cagnolina randagia di tre anni chiamata Laika divenne il primo essere vivente a essere spedito nello spazio.

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Il viaggio a bordo della capsula Sputnik 2 fu di sola andata per la sfortunata Laika. La Russia, nel pieno della sfida con gli Stati Uniti per la colonizzazione dello spazio, sfruttò il test come preparazione alla missione di poco meno di quattro anni dopo del cosmonauta Jurij Gagarin, il primo uomo ad andare in orbita il 12 aprile 1961.

Come preparazione al lancio, la cagnolina fu costretta a vivere per giorni in una gabbia strettissima per abituarsi allo spazio angusto dello Sputnik 2. Oltre a questo, l’animale fu sottoposto a una serie di simulazioni di lancio per predisporla al meglio alla missione.

L’Agenzia spaziale russa utilizzò Laika come una vera e propria cavia per studiare le reazioni di un essere vivente in un contesto non terrestre. Per questo motivo, al suo corpo furono attaccati degli elettrodi per monitorarne i segni vitali e trasmettere sulla terra i risultati.

Lo Sputnik 2 era dotato di riscaldamento, cibo e acqua per mantenere il più a lungo possibile in vita l’animale. Per anni sono circolate speculazioni sul fatto che Laika sarebbe riuscita a sopravvivere in orbita intorno alla terra per molti giorni.

Sulla vicenda fece infine chiarezza Dimitri Malashenkov, studioso dell’Istituto per problemi biomedici di Mosca, che nel corso del Congresso spaziale mondiale del 2002 a Houston, negli Stati Uniti, rivelò che la cagnolina morì circa sette ore dopo il lancio a causa delle temperature troppo elevate raggiunte all’interno della capsula.

Un sacrificio che dopo 60 anni continua a emozionare milioni di persone, divise tra chi considera Laika un simbolo del progresso e chi vede in lei una povera vittima innocente della corsa allo spazio durante la Guerra fredda.

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