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    Reddito di cittadinanza sulla tessera sanitaria? Un pericoloso esperimento per appropriarsi della nostra vita e controllare ciò che facciamo

    Quello che passa per un responsabile controllo delle spese di un “povero” è di fatto il grande fratello di un elettorato sempre più condizionato e indirizzato verso uno stile di vita da regime

    Di Fabrizio Celestini
    Pubblicato il 2 Ott. 2018 alle 16:25 Aggiornato il 18 Apr. 2019 alle 09:34

    Sembra evidente che il progetto del reddito di cittadinanza sia politicamente di stampo sovietico, quando il regime comunista controllava e condizionava i consumi del popolo.

    Con la differenza però che l’URSS era un paese socialista e il lavoro non dipendeva dalle leggi della domanda e dell’offerta.

    Pertanto al comunismo non si può negare il merito di essere stato infallibile nella “distribuzione” ma di essere crollato proprio perché non lasciava posto alle scelte individuali e, soprattutto, alla libertà di mercato.

    Questo provvedimento oltre ad essere un danno economico per un paese con 2.350 miliardi di debiti, è un pericoloso esperimento per appropriarsi della vita delle persone.

    Si comincia dagli indigenti che non hanno nulla da perdere: cosa mangi? Cosa bevi? Come ti vesti? Cosa leggi? Dove vai? Fai sesso (preservativi)?… E dopo?

    Quello che passa poi per un responsabile controllo delle spese del “povero”, è di fatto il Grande Fratello di un elettorato sempre più condizionato e indirizzato verso uno stile di vita del Regime che ha scelto.

    Gli diranno cosa potranno comprare, quali marche, in quali negozi e non per mezzo della dissuasione pubblicitaria ma per opera di uno Stato che sceglie al posto suo.

    Un aspetto inquietante se pensiamo che Berlusconi, per quasi trent’anni, ha abituato il suo elettorato (che è lo stesso di Salvini, sia chiaro) a un pensiero irrinunciabile e vincente: “faccio-come-mi-pare”.

    Così non sarà più perché oltre ad essere povero, il beneficiario del Reddito di Cittadinanza non sarà più “libero” di fare delle scelte e dovrà sottostare alle regole della sua “tessera sanitaria”.

    Viene da dire: se sei povero, vuoi pure decidere? Io dico di sì, perché senza libertà non esiste democrazia e si tornerà a marcare un solco profondo tra ricchi e poveri.

    Mi pongo un’ultima domanda. Carte di credito, acquisti online, fidelity card certamente tracciano il nostro profilo di consumatore ma, di regola, sono soggette alle leggi sulla privacy.

    Lo Stato sarà obbligato anche lui a rispettare queste leggi? Chi ci dice che, vista la maggioranza di governo e il suo ruolo nel Movimento 5 Stelle, la Casaleggio Associati non avrà il suo tornaconto da questo provvedimento? E a quale titolo?

    Consiglierei a tutti di leggere il progetto della Piattaforma Rousseau per capire questa mia preoccupazione.

    Nessun partito del dopoguerra aveva mai osato tanto in Occidente. Resta però il ricordo delle tessere annonarie del fascismo.

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