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    È arrivato il primo cuore stampato in 3D: il rivoluzionario studio scientifico

    Mini cuore stampato in 3D Credits: biomedicalcue.it

    È stato creato un mini cuore 3D dai ricercatori dell'università di Tel Aviv. La novità potrebbe rappresentare una vera e propria rivoluzione nella medicina.

    Di Elena Giuliano
    Pubblicato il 16 Apr. 2019 alle 12:32 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 21:06

    MINI CUORE 3D – “Da qualche parte, qualcosa di incredibile è in attesa di essere scoperto”. Queste le parole dello scienziato e divulgatore Carl Sagan. Mai affermazione fu più vera. Siamo nel 2019, siamo in Israele più precisamente a Tel Aviv dove il gruppo di ricercatori formato da Tal Dvir e Assaf Shapira dell‘università hanno “clonato” un cuore umano vero e proprio in miniatura.

    Mai nella storia della scienza si era arrivati a tanto, si tratta del primo prototipo di cuore composto da materiale acellulare preso dal tessuto adiposo umano. Quest’ultimo è stato anche utilizzato per creare le vere e proprie cellule cardiache che fanno si che il cuore sia addirittura in grado di contrarsi. Il tutto è passato da un procedimento che ha comportato la manipolazione di cellule staminali. Il mini cuore 3D è composto anche da vasi sanguigni e rivestimenti.

    I risultati della scoperta sono stati pubblicati dalla rivista scientifica Advanced Science che ha riportato risultati sempre perseguiti dai ricercatori ma fino ad ora mai raggiunti. Si era riusciti solo a realizzare un solo semplice tessuto, senza mai poterlo unire a vasi sanguigni veri e propri.

    La tecnologia delle stampanti 3D oggi fa miracoli: è stato possibile infatti utilizzare un “idrogel” letteralmente personalizzato per il paziente specifico. Prelevato direttamente dalle cellule di quest’ultimo, esso funge da inchiostro e dovrebbe evitare il rigetto.

    Il tutto si è poi fatto unire alle altre cellule. Durante la conferenza stampa di ieri, 15 aprile 2019, i ricercatori hanno mostrato il processo di stampa dell’organo della durata di 3 ore.

    La dimensione del prototipo è naturalmente ridotta, corrisponde più o meno a quello di un embrione, che batterebbe in animali come i conigli ma per realizzarne uno delle dimensioni adatte ad un umano adulto serve la stessa tecnologia.

    In seguito quello che serve è “educare” questi cuori a lavorare pompando sangue, partendo dalla fase di contrazione che già si è raggiunta.

    Per farlo ci sarà bisogno sempre di più di persone e tecnici che si occupino esclusivamente delle diverse fasi di stampa e collaudo dei nuovi organi da laboratorio. Questo farà sì che la ricerca sia sempre più efficace e funzionale. Se portata avanti, potrebbe seriamente segnare una svolta nel campo dei trapianti cardiaci e salvare la vita a molti pazienti colpiti da cardiopatie e ictus ischemici.

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