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Sanatoria per i no vax, Gimbe: “Amnistia anti-scientifica e diseducativa”

Di Massimiliano Cassano
Pubblicato il 31 Ott. 2022 alle 10:34

Una “amnistia anti-scientifica e diseducativa”: non usa mezzi termini Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, per descrivere il reintegro di medici e infermieri non vaccinati e le “sanatorie” per i no vax sul tavolo del governo Meloni. Il Mef ha infatti proposto la sospensione fino al 30 giugno 2023 delle multe per gli over50 che non hanno rispettato l’obbligo vaccinale. La Fondazione critica la direzione presa dal nuovo esecutivo, riconoscendo la legittimità di procedere in una direzione opposta rispetto a quello precedente, ma senza strizzare l’occhio a chi non ha creduto nella scienza.

“La parola d’ordine ‘discontinuità’ – spiega Cartabellotta in una nota – è assolutamente legittima in una repubblica democratica ma deve essere utilizzata anche per migliorare tutto quello che il governo precedente non è riuscito a fare. Al momento, invece, la discontinuità sembra ridursi a un mero smantellamento delle misure in atto e a una vera e propria ‘amnistia’ nell’illusorio tentativo di consegnare la pandemia all’oblio, ignorando le raccomandazioni delle autorità internazionali di sanità pubblica”. Il rischio del nuovo provvedimento annunciato dal governo è che la percezione pubblica sulla pandemia possa venire distorta: “Il potenziale impatto in termini di sanità pubblica sarebbe modesto, sia perché la misura viene anticipata di soli due mesi rispetto alla scadenza fissata, sia perché riguarda un numero esiguo di professionisti. Ben diverso è però l’impatto in termini di percezione pubblica di questa ‘sanatoria’ e delle relazioni con la stragrande maggioranza dei colleghi che si sono vaccinati per tutelare la salute dei pazienti e la propria, anche al fine di garantire la continuità di servizio”.

Per quanto riguarda i medici che hanno rifiutato il farmaco, “si tratta di persone che hanno spesso seminato disinformazione pubblica sui vaccini”, precisa Cartabellotta. “Va tuttavia ricordato – conclude la nota di Gimbe – che a livello locale possono essere stabilite disposizioni per affidare ai professionisti no vax reintegrati attività diverse da quelle clinico-assistenziali, senza configurare demansionamento”.

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