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Un uomo è morto nel ferrarese a causa del virus West Nile contratto in seguito a una puntura di zanzara

CDC / BSIP

L'anziano è stato ricoverato il 24 luglio e le sue condizioni sono rapidamente peggiorate, fino alla diagnosi di una meningoencefalite da West Nile

Di Gianluigi Spinaci
Pubblicato il 31 Lug. 2018 alle 09:15

Un anziano di 77 anni è morto a Cento, in provincia di Ferrara, a causa del virus West Nile il 30 luglio 2018. L’uomo, che già soffriva di disturbi cardiorespiratori cronici, ha contratto il virus in seguito a una puntura di una zanzara infetta.

L’anziano è stato ricoverato il 24 luglio e le sue condizioni sono rapidamente peggiorate, fino alla diagnosi di una meningoencefalite da West Nile.

Complicanze legate all’infezione, insieme alle pregresse condizioni di salute dell’uomo, ne hanno provocato il decesso.

Nella gran parte dei casi, i soggetti che vengono punti da una zanzara portatrice del virus non presentano sintomi, mentre nel 20 per cento accusano leggeri disturbi come febbre e mal di testa per pochi giorni.

Il West Nile si presenta nella sua forma più grave, come avvenuto per l’anziano di Cento, nel caso ci siano pregressi problemi di salute.

Il virus West Nile

La febbre West Nile, la malattia provocata dal virus West Nile, è un virus della famiglia dei Flaviviridae isolato per la prima volta nel 1937 in Uganda, nel distretto West Nile, da cui prende il nome ed è diffuso in Africa, Asia occidentale, Europa, Australia e America.

Come riporta la scheda a cura del Centro nazionale per la prevenzione delle malattie e la promozione della salute dell’Istituto superiore di sanità, i serbatoi del virus sono gli uccelli selvatici e le zanzare, le cui punture sono il principale mezzo di trasmissione all’uomo.

Più raramente, il virus può essere trasmesso anche a causa di trapianti di organi, trasfusioni di sangue e per la trasmissione madre-feto in gravidanza.

La febbre West Nile, che non si può trasmettere tra persone tramite il contatto con i soggetti infetti, infetta anche altri mammiferi, soprattutto equini, ma in alcuni casi anche cani, gatti, conigli e altri.

Incubazione e sintomi

Il periodo di incubazione dal momento della puntura della zanzara infetta può variare fra i 2 e i 14 giorni, ma può arrivare anche a 21 giorni nei soggetti con deficit a carico del sistema immunitario.

Come detto, la maggior parte dei soggetti infetti non mostra alcun sintomo, mentre sintomi leggeri, come febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati e sfoghi cutanei, si presentano in circa il 20 per cento dei casi.

I sintomi più gravi, che comprendono febbre alta, forti mal di testa, debolezza muscolare, disorientamento, tremori, disturbi alla vista, torpore, convulsioni, fino alla paralisi e al coma, si presentano in media in meno dell’1 per cento dei soggetti infetti.

Diagnosi

Di norma la diagnosi viene effettuata attraverso i test di laboratorio “Elisa” o “Immunofluorescenza” effettuati su siero. Dove indicato, il test può essere effettuato su fluido cerebrospinale per la ricerca di anticorpi del tipo IgM.

Prevenzione

Al momento la prevenzione della febbre West Nile consiste soprattutto nel ridurre l’esposizione alle punture di zanzare. Non esistono infatti dei vaccini, nonostante siano allo studio dei ricercatori.

Si consiglia pertanto di usare repellenti e indossare pantaloni lunghi e camicie a maniche lunghe quando si è all’aperto, soprattutto all’alba e al tramonto. Si raccomanda poi di usare delle zanzariere alle finestre, svuotare di frequente i vasi di fiori o altri contenitori con acqua stagnante e cambiare spesso l’acqua nelle ciotole per gli animali.

Terapia e trattamento

Fortunatamente, nella maggior parte dei casi i sintomi della febbre West Nile scompaiono da soli dopo qualche giorno o per qualche settimana.

Non esiste pertanto una terapia specifica per questo virus. Nei casi più gravi si rende invece necessario il ricovero in ospedale, dove tra i trattamenti somministrati comprendono fluidi intravenosi e respirazione assistita.

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