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Il virus herpes nel cervello potrebbe essere collegato all’Alzheimer

Credit: KATERYNA KON / SCIENCE PHOTO LIBRA / KKO / Science Photo Library

Un nuovo studio mostra un legame tra questa malattia degenerativa e due tipi di virus herpes

Di Anna Ditta
Pubblicato il 22 Giu. 2018 alle 17:13

Alcuni tipi di virus herpes potrebbero essere collegati all’insorgenza e allo sviluppo dell’Alzheimer, una malattia degenerativa che comporta la progressiva perdita di funzioni cognitive, inclusa la memoria e la capacità di riconoscere i propri cari.

A sostenerlo è un nuovo studio pubblicato sulla rivista scientifica Neuron e coordinato da Joel Dudley, professore di genetica presso la Icahn School of Medicine at Mt. Sinai di New York, negli Stati Uniti.

Gli studiosi sospettano da tempo che i microbi patogeni possano contribuire all’insorgenza e alla progressione della malattia, anche se finora non sono mai state fornite prove definitive di questo collegamento.

Dopo aver effettuato dei test sul tessuto cerebrale di un migliaio di persone dopo la loro morte, gli autori del nuovo studio hanno scoperto che due ceppi di virus dell’herpes erano molto più abbondanti nel cervello di chi soffriva di Alzheimer allo stadio iniziale, rispetto a chi invece era sano.

I due tipi di virus sono l’HHV-6A e l’HHV-7, i cui livelli erano doppi rispetto ai tessuti prelevati dai cervelli sani. Tuttavia, non è chiaro se questi virus possano rappresentano una delle cause dell’Alzheimer oppure costituiscano uno dei passaggi nel processo di neuro-degenerazione.

Alcuni precedenti studi avevano già suggerito che i virus potrebbero essere collegati all’Alzheimer, ma questa analisi dettagliata del tessuto cerebrale umano porta avanti questa tesi, indicando una relazione tra i virus e l’attività dei geni coinvolti nello sviluppo dell’Alzheimer, così come i cambiamenti cerebrali, i segnali molecolari e sintomi associati alla malattia, come ha spiegato al Guardian David Reynolds, chief scientific officer di Alzheimer’s Research UK. 

Gli autori della ricerca non avevano l’obiettivo di cercare un collegamento tra virus e demenza, volendo privilegiare lo studio dei geni insolitamente attivi nel cervello delle persone con uno stadio iniziale di Alzheimer.

L’analisi dei tessuti cerebrali di pazienti sani e pazienti malati a confronto ha mostrato però che le differenze più evidenti nell’attività genetica non erano nei geni umani, ma nei geni appartenenti a due ceppi di virus dell’herpes, HHV6A e HHV7. La quantità dei virus sembrava inoltre collegata ai punteggi clinici di demenza dei pazienti.

“Non siamo andati alla ricerca di virus, ma i virus ci hanno urlato contro”, ha detto Ben Readhead, professore presso l’Arizona State University – Centro per la ricerca sulle malattie neurodegenerative Banner e autore principale.

Sam Gandy, professore di neurologia all’Icahn School of Medicine at Mount Sinai, coautore dello studio, ha detto che all’inizio il team di ricercatori era “sorpreso e scettico” sui risultati, e così ha ripetuto lo studio usando altri donatori. “Abbiamo cercato di essere prudenti nella nostra interpretazione e abbiamo replicato i risultati in tre diverse banche del cervello, ma dobbiamo almeno riconoscere che questi cervelli malati stanno trasportando questi genomi virali”, ha aggiunto Gandy.

L’Alzheimer rappresenta la causa più comune di demenza, di cui costituisce la causa nel 60 per cento dei casi.

Si stima che in Italia soffrano di Alzheimer oltre 600mila persone e nel mondo i malati sono 47 milioni. Secondo gli scienziati queste cifre sono destinate a triplicarsi entro il 2050.

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