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Crolla un altro tabù: il mondo del porno non è più solo maschile, e questi dati di Pornhub lo dimostrano

Di Veronica Di Benedetto Montaccini
Pubblicato il 8 Mar. 2019 alle 15:35 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 01:19

Nell’immaginario di molti, vedere i porno è ancora una cosa per soli uomini. Ma i dati dimostrano il contrario: secondo le statistiche, da cinque anni il numero di consumatrici di pornografia è in costante aumento. La fine del baluardo machista è vicina?

A certificare questa tendenza è Pornhub,  tra le piattaforme maggiormente conosciute del settore, che ha cominciato a pubblicare delle stime sul traffico femminile dal 2014. Dagli insights  questo pubblico è in ascesa: le donne consumano sempre di più video pornografici. Il report del 2018 ha evidenziato come le donne costituiscano ormai il 29 per cento dell’utenza, il 3 per cento in più rispetto all’anno precedente.

Non viene presa in considerazione solo la base annuale, ma anche il consumo di porno in occasione di eventi specifici come il Superbowl o il Festival di Sanremo, o la Festa della donna. Secondo la rilevazione, l’8 marzo sul motore di ricerca del sito c’è stato un vertiginoso aumento dell’espressione Womens Day. Non solo, Pornhub ha registrato un’impennata di tutti i termini legati al piacere femminile, come Eating pussy o Pussy licking, e addirittura qualcuno ha cercato la parola Femminist.

Addirittura, sono nate sul sito delle nuove categorie: Popular with women a dicembre del 2017 è andata a sostituire Friendly with female. A differenza di quest’ultima, che includeva le preferenze presunte delle donne, la nuova sezione racchiude i contenuti più cliccati da parte del sesso femminile. Dal lancio della categoria Popular with women il tempo dedicato dalle donne ai video hot è aumentato di circa un minuto. Ogni sessione ora dura in media 10 minuti e 30 secondi contro i 9 minuti e 36 secondi del periodo precedente.

Non si parla solo di visualizzazioni, ma anche di empowerment femminile nel mondo del porno in generale. Per esempio, è tra gli obiettivi anche di operatori del settore come la regista svedese Erika Lust che da anni lavora per creare contenuti pornografici dedicati “a lei” e ultimamente ha deciso di trasformare in cortometraggi le fantasie sessuali che alcune donne le hanno rivelato anonimamente tramite il sito xconfessions.com.

> Qui l’opinione: “Cambiamo il modo di fare porno o i nostri figli saranno degli stupratori”

La presenza delle donne in questo mondo spesso chiuso viene anche reclamata durante festival e kermesse internazionali, un video spot dell’evento porno che richiama migliaia di persone a Barcellona ogni anno punta il dito contro l’attuale cultura sessista e maschilista della pornografia.

L’emancipazione ormai passa (anche) dal mondo del porno.

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