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Home » Salute

Perché gli italiani fanno pochi figli: tutto quello che c’è da sapere sull’infertilità

L'Italia è il paese europeo in cui nascono meno bambini

Le cause della diminuzione di bambini nati in Italia (464.000 nel 2017) sono molteplici. L'infografica di Alma Res che riassume il fenomeno con i dati più importanti sul tema

Di Laura Melissari
Pubblicato il 21 Mag. 2018 alle 12:07 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 01:21

I dati demografici più recenti, divulgati dall’Istat, confermano un record per l’Italia: siamo il paese europeo in cui nascono meno bambini, precisamente 1,34 per coppia, a fronte di una media di 1,60 nei paesi Ue.

Questo tema è strettamente correlato all’aumento dell’infertilità, come spiegato nell’infografica: “Perché in Italia non si fanno più figli?”, realizzata dalla Clinica Alma Res, centro specializzato nella cura dell’infertilità.

Diminuiscono le nascite e cresce l’età media delle mamme

Le cause della diminuzione di bambini nati in Italia (464.000 nel 2017) sono molteplici: si decide di avere un figlio sempre più tardi per scelte di vita, ragioni economiche e difficoltà lavorative, in parallelo aumentano i casi di infertilità, prevalentemente femminile (il 39,2 per cento dei casi), ma nel 25,8 per cento dei casi dipende dall’uomo, nel 18,2 per cento dalla coppia, nel 16,2 per cento dei casi è idiopatica (ovvero inspiegabile) e solo nello 0,2 per cento incide il fattore genetico.

Il dato sull’età media della prima gravidanza è illuminante se confrontato con quello di altri paesi e in particolare della Francia, la nazione dove nascono più bambini e in cui le madri sono più giovani: le francesi hanno la prima gravidanza a 28,5 anni, mentre in Italia l’età media della donna al parto è salita a 31,8 anni.

Come curare l’infertilità?

L’infografica illustra anche i risultati raggiunti con la PMA, che negli ultimi anni ha consentito a tante coppie di realizzare il proprio sogno di diventare una famiglia.

Le probabilità di successo sono legate anche in questo caso all’età, tuttavia i dati sono incoraggianti: nel caso della fecondazione eterologa, si può restare incinta nel 45,5 per cento dei casi con la donazione di seme, nel 37,1 per cento dei casi con la donazione di ovociti e nel 30,8 per cento dei casi con la doppia donazione (statistiche relative a donne con meno di 34 anni).

Per le donne di età compresa fra i 40 e i 42 anni le probabilità diminuiscono, ma i risultati non sono trascurabili: 26,6 per cento con la donazione di ovociti, ma la percentuale sale a 42,9 per cento se sono a fresco, mentre con la doppia donazione la probabilità di avere una gravidanza è del 33,3 per cento.

Riguardo il numero di coppie che hanno iniziato un trattamento di PMA nell’ultimo anno, gli ultimi dati disponibili indicano che 59.855 coppie hanno scelto la fecondazione omologa e 2.462 l’eterologa.

Vanno considerati anche i tempi di attesa per seguire questo tipo di trattamenti, poiché nelle strutture pubbliche può accadere di dover attendere più di 1 anno (e mai come in questo caso il tempo è decisivo), mentre nelle cliniche private servono meno di 3 mesi, in media.

L’infertilità è un dramma che affligge sempre più persone e la ricerca scientifica sta dando una speranza concreta a chi non vuole rinunciare a diventare genitore; per questo è importante avere il polso della situazione e sapere come è possibile intervenire nel caso in cui uno dei partner soffra di infertilità.

L’infografica

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