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“Antibiotici sempre più inefficaci, non curano più le infezioni: ecco quali”: l’Ue lancia l’allarme

Credit: Afp

I risultati del rapporto diffuso dal Centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie e dall’Autorità europea per la Sicurezza del cibo

Di Ambra Orengo
Pubblicato il 26 Feb. 2019 alle 13:22 Aggiornato il 26 Feb. 2019 alle 13:23

Alcuni antibiotici usati per curare malattie che possono trasmettersi tra animali e umani, tra cui la salmonellosi, stanno diventando sempre meno efficaci. A dirlo sono i risultati raccolti dal Centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie (Ecdc) e dall’Autorità europea per la Sicurezza del cibo (Efsa).

Martedì 26 febbraio 2019 le due agenzie hanno diffuso il report relativo al 2017 e i risultati sono preoccupanti. Vytenis Andriukaitis, commissario Ue per la Salute e la Sicurezza del cibo, ha commentato: “Il report diffuso oggi dovrebbe far scattare, di nuovo, l’allarme. Dimostra che stiamo entrando in un’epoca in cui sempre più infezioni comuni saranno difficili, se non impossibili, da curare”.

Andriukaitis ha poi notato come “politiche nazionali ambiziose hanno portato alcuni Paesi a limitare l’uso degli antibiotici e quindi diminuire la resistenza”. Per questo, seguendo il loro esempio, “bisogna agire tutti insieme, in ogni Paese e ogni settore della salute pubblica, animale e ambientale”, prima che la campanella d’allarme diventi una “assordante sirena”.

Secondo quanto si legge nel report, la resistenza ai farmaci “fluorochinoloni” (come la Ciprofloxacina), ad esempio, è così alta per i batteri Campylobacter in alcuni Paesi da non funzionare più per il trattamento di diverse infezioni gravi.

Inoltre, in molti Paesi si è riscontrato che la Salmonella negli umani è sempre più resistente ai fluorochinoloni. Non solo: ci sono anche casi in cui gli organismi risultano resistenti a più farmaci contemporaneamente.

“È arrivato il momento di invertire la tendenza dell’antibiotico resistenza, se vogliamo continuare a far funzionare gli antibiotici”, ha detto il capo del team scientifico dell’Ecdc. “La questione della resistenza combinata è particolarmente preoccupante: anche in proporzioni minime, implica che migliaia di pazienti in Europa hanno opzioni di cura limitate per infezioni anche gravi”.

Marta Hugas, capo scienziato di Efsa, ha aggiunto: “Abbiamo rilevato che quando gli Stati membri hanno implementato politiche stringenti, la resistenza agli antibiotici negli animali è diminuita. Questo dovrebbe servire da ispirazione per gli altri Paesi”.

Il report congiunto, realizzato grazie all’analisi dei dati forniti dai 28 Stati membri relativi a umani, maiali e vitelli sotto l’anno di età, conferma l’aumento dell’antibiotico resistenza che si era già registrato negli anni precedenti.

Per combatterla, nel giugno 2017, la Commissione Ue ha adottato il One Health Action Plan contro l’Antibiotico Resistenza, chiedendo azioni efficaci per sconfiggere questa minaccia e riconoscendo l’importanza di interventi per la salute umana, animale e ambientale. L’uso prudente degli antibiotici è essenziale per limitare l’insorgere e il diffondersi della resistenza ai batteri negli umani e negli animali.

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