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Due casi di colera in Campania: l’ultimo risale al 2008

I pazienti sono una donna e il figlio di 2 anni rientrati di recente dal Bangladesh e residenti a Sant'Arpino

Di Futura D'Aprile
Pubblicato il 3 Ott. 2018 alle 17:39 Aggiornato il 3 Ott. 2018 alle 18:58

A Napoli si sono registrati due casi di colera: si tratta di una donna e del figlio di due anni rientrati di recente dal Bangladesh e residenti a Sant’Arpino.

A dare la notizia del ricovero è stato l’ospedale Cotugno, dove i pazienti sono stati ricoverati per ricevere le cure necessarie.

“I familiari sono stati individuati e sono ora sotto stretta osservazione sanitaria. La situazione è del tutto sotto controllo”, ha assicurato il commissario straordinario dell’azienda ospedaliera, Antonio Giordano.

I medici hanno fatto sapere che le condizioni della donna sono sotto controllo, mentre preoccupano maggiormente quelle del bambino di due anni, trasferito dal Cotugno dall’ospedale pediatrico Santobono e al momento ricoverato in rianimazione.

“Non c’è alcuna epidemia. Ci sono due casi in cui abbiamo riscontrato sintomatologia da infezione da batterio del Vibrio Cholerae, e manderemo campioni all’Istituto superiore di sanità per conferma”, ha rassicurato Carlo Trascini, direttore della prima divisione malattie infettive dell’ospedale Cotugno di Napoli intervistato da Agi.

“Dati i tempi dell’incubazione della malattia e della loro permanenza in un paese a rischio e del rientro in Italia non vi è dubbio che la malattia sia stata contratta all’estero. Abbiamo avviato tutti i protocolli previsti anche sui familiari”.

I dati del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) mostrano che si tratta dei primi casi di colera registrati in Italia dal 2008.

In Europa tuttavia ci sono decine casi di colera ogni anno.

Il colera è una malattia infettiva acuta causata da batteri della specie Vibrio Cholerae  che si manifesta con episodi di diarrea a causa di un’infezione dell’intestino.

La trasmissione può avvenire per ingestione di acqua o alimenti contaminati dal batterio, mentre il contagio diretto avviene per trasmissione oro-fecale ed è molto raro in condizioni igienico-sanitarie normali.

L’incubazione in genere varia da 1 a 5 giorni e si manifesta con diarrea e vomito che portano a una rapida disidratazione.

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