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A Bologna i maxi poster per informare sui medici obiettori: “Testa o croce? Non affidarti al caso”

Credit: Facebook Uaar

L'obiettivo della campagna è invitare i cittadini a chiedere al medico che stanno per scegliere se pratica o meno l'obiezione di coscienza

Di Futura D'Aprile
Pubblicato il 9 Gen. 2019 alle 18:02 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 01:20

L’Unione degli atei e degli agnostici razionalisti di Bologna, Caselecchio e Imola ha lanciato una campagna di informazione sui medici obiettori.

“Testa o croce? Quando scegli il ginecologo e il medico di base non affidarti al caso”, è lo slogan dell’Uaar, che ha affisso per le strade delle città dell’Emilia Romagna i cartelloni che mostrano il busto di un medico e di un prete.

L’obiettivo della campagna è invitare i cittadini a chiedere al medico che stanno per scegliere se pratica o meno l’obiezione di coscienza.

“Gli ospedali sono purtroppo pieni di ginecologi obiettori, che limitano i diritti delle donne di ricorrere all’aborto”, spiegano dall’associazione. Ma la quesitone non finisce qui.

Come spiega all’agenzia Dire Andrea Ruggeri, coordinatore Uaar di Bologna, il problema riguarda anche “quei medici che una volta fatta l’ecografia scelgono di non dire ai genitori se ci sono delle malformazioni o chi non comunica l’esito positivo agli esami del sangue per le malattie sessualmente trasmissibili”.

Sono questi i casi in cui avere al fianco un ginecologo o un medico di base di cui ci si può davvero fidare “è fondamentale”.

Il messaggio che l’Uaar lancia ai cittadini è di chiedere direttamente al dottore che si sta scegliendo come medico di base o ginecologo se è un obiettore di coscienza. La speranza è che in questo modo “anche i dottori potrebbero rendersi conto del problema”, spiega Ruggeri.

L’aborto in Italia – In Italia l’interruzione di gravidanza è regolata dalla legge 194, che consente alla donna di abortire in una struttura pubblica (ospedale o poliambulatorio convenzionato con la Regione di appartenenza), nei primi 90 giorni di gestazione; tra il quarto e quinto mese è invece possibile ricorrere all’interruzione volontaria di gravidanza solo per motivi di natura terapeutica.

La legge prevede anche che i medici che operano nelle strutture pubbliche possano rifiutarsi di procedere all’interruzione di gravidanza se obiettori di coscienza.

Negli anni, il numero di medici obiettori in Italia è continuato a crescere, raggiungendo il suo picco massimo in Molise, dove l’unico a praticare gli aborti è Michele Mariano, medico di 64 anni che opera nell’ospedale di Campobasso.

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