Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Menu
Home » Salute

Batterio killer: 10mila pazienti a rischio, il Veneto invia lettere per controlli

Di Laura Melissari
Pubblicato il 29 Nov. 2018 alle 11:54

La regione Veneto ha inviato lettere a 10mila pazienti che sono stati operati in cardiochirurgia dal 2010 al 2017 e che potrebbero aver contratto un pericoloso batterio killer.

I pazienti a rischio potrebbero aver usufruito di macchinari contaminati con Mycobacterium chimaera, un batterio pericoloso per l’uomo. Il batterio può manifestarsi anche a distanza di anni.

Si è occupato del caso il gruppo tecnico messo in piedi dalla Regione Veneto “per la prevenzione e la gestione delle infezioni in soggetti sottoposti a intervento cardochirurgico”.

Il batterio “chimera” ha contaminato i macchinari chirurgici dell’azienda LivaNova e ha provocato 16 casi di infezione con 6 decessi.

I 10mila parenti che riceveranno la lettera dovranno contattare i reparti nei quali sono stati sottoposti a intervento, per capire se debbano essere sottoposti a ulteriori controlli per rilevare il batterio killer.

Non solo il Veneto: anche l’Emilia Romagna ha inviato lettere a pazienti, circa 10mila, che dal 2010 al 2017 hanno subito interventi a cuore aperto.

“I pazienti riceveranno una scheda informativa contenente le informazioni sui sintomi e l’indicazione dei numeri di telefono da contattare per qualsiasi evenienza e per gli eventuali approfondimenti clinici necessari. I macchinari presenti nelle cardiochirurgie di tutti gli ospedali veneti sono già stati messi in sicurezza e, in alcuni casi, sostituiti. La Regione Veneto si sta tutelando nei confronti della ditta produttrice”, è quanto comunicato ai pazienti.

Mycobacterium chimaera rappresenta pericoloso per la salute umana solo in determinati casi: “Rari casi invasivi di infezione sono stati riscontrati in Europa e negli Stati Uniti, associati all’utilizzo di dispositivi di raffreddamento/riscaldamento necessari a regolare la temperatura del sangue durante interventi cardiochirurgici in circolazione extra corporea”.

Leggi l'articolo originale su TPI.it
Mostra tutto
Exit mobile version