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Cos’è l’anedonia, il disturbo mentale dell’assenza di piacere

L'anedonia è l'incapacità di provare piacere. Credit: Getty Images

Il termine deriva dal greco e letteralmente indica la condizione di assenza di piacere

Di Cristiana Mastronicola
Pubblicato il 20 Feb. 2019 alle 07:00 Aggiornato il 26 Feb. 2019 alle 19:37

Si chiama anedonia ed è l’incapacità di provare piacere. È una condizione mentale, spesso tra i sintomi di malattie e disturbi psichici, e sarebbe stata alla base del suicidio del diciannovenne Loren Del Santo, il figlio della showgirl Lory Del Santo.

Il termine anedonia deriva dal greco e letteralmente significa ‘assenza di piacere’. Le persone che si trovano a vivere questa condizione, infatti, non riescono a provare alcuna forma di funzioni che solitamente sono considerate piacevoli.

Mangiare o uscire, dormire o avere rapporti sociali non provocano alcuna sensazione di benessere. È quindi la totale perdita di interesse e può essere inquadrata come una sorta di appiattimento dello stato emotivo e affettivo.

Questa particolare condizione mentale può interessare uno o più ambiti: dal cibo al sesso, dalle interazioni sociali alle esperienze somato-sensoriali.

L’anedonia è un campanello d’allarme: si tratta, infatti, di un sintomo tipico di patologie come la depressione, la schizofrenia e alcuni disturbi dell’umore e di personalità con manifestazioni psicotiche.

Anche la demenza può essere causa del disturbo.

Altre radici di questa condizione psichica possono essere riscontrate nell’alcolismo e nell’abuso di sostanze stupefacenti. Non è escluso, però, che il disturbo possa dipendere anche dall’interazione di molteplici fattori predisponenti: genetici, ambientali, culturali e sociali.

L’adonia si distingue dalla apatia, che invece va vista come una indifferenza profonda per qualsiasi tipo di piacere della vita.

L’anedonia non è nemmeno depressione, ma potrebbe essere uno dei sintomi che la precede. E il nesso con il suicidio può essere molto diretto nel momento in cui l’anedonia dovesse presentarsi in una forma talmene permeante e assoluta da spingere la persona che ne è affetta al gesto estremo.

La psichiatria è una scienza in continua evoluzione e spesso non riesce a dare delle risposte precise a una determinata malattia mentale. Per quanto concerne l’anedonia, ad esempio, non è chiaro quali siano i fattori che la scatenano.

Per gli psicologi parrebbe che oltre a uno squilibro a livello delle vie dopaminoenergetiche, a provocare l’insorgenza di questo disturbo sarebbero anche altri fattori, ambientali, ma anche genetici, sociali e culturali.

Come detto, secondo gli studiosi l’anedonia potrebbe essere correlato ad altre malattie e disturbi mentali. La schizofrenia o il morbo di Parkinson, ad esempio, ma anche la depressione. Anche in questi casi non sono del tutto certi i fattori che scatenano la malattia.

Quel che non è certo è quindi se il disturbo in questione sia da considerarsi un sintomo della presenza della malattia o una condizione che predispone il soggetto a sviluppare la malattia.

Curare l’anedonia non è semplice. Per lo più a essere fondamentali sono percorsi psichiatrici non molto differenti da quelli che intraprendono le persone affette da depressione, a cui si affianca il più delle volte anche un supporto di tipo farmacologico.

A rendere più complessa la situazione è il fatto che il disturbo in questione si manifesta nella maggior parte dei casi insieme ad altre malattie di tipo psichiatrico.

Questo fa sì che il percorso di recupero e guarigione dal disturbo sia ancora più difficile.

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