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    L’annuncio di Zingaretti: “Dopo le Regionali sciolgo il Pd e lancio un partito nuovo”

    Credit: Ansa Foto

    L'intenzione dell'attuale segretario dem è quella di fondare un nuovo partito e di dare vita a un soggetto politico "vasto e plurale che accolga le istanze della società civile"

    Di Lara Tomasetta
    Pubblicato il 11 Gen. 2020 alle 10:32 Aggiornato il 12 Gen. 2020 alle 11:30

    Zingaretti: “Dopo le Regionali sciolgo il Pd e lancio un partito nuovo”

    Nicola Zingaretti annuncia a Repubblica, in un articolo a firma di Massimo Giannini, che vuole sciogliere il Partito Democratico dopo le elezioni in Emilia-Romagna.

    “Convoco il congresso, con una proposta politica e organizzativa di radicale innovazione e apertura. In questi mesi la domanda di politica è cresciuta, non diminuita. E noi dobbiamo aprirci e cambiare per raccoglierla. Non penso a un nuovo partito, ma a un partito nuovo, un partito che fa contare le persone ed è organizzato in ogni angolo del Paese…”, afferma il segretario.

    L’intenzione dell’attuale segretario dem è quella di fondare un nuovo partito e di dare vita a un soggetto politico “vasto e plurale”, come abbiamo sentito in tante occasioni, che “accolga le istanze della società civile”.

    Qualunque sia l’esito delle elezioni in Emilia-Romagna la decisione è presa e Zingaretti la porterà avanti: comunque vada il voto alle regionali, dopo il 26 gennaio il Pd non sarà più lo stesso.

    Ma attenzione, non ci sarà nessun partito alternativo al Partito democratico, il Pd non si scioglie: nascerà, secondo Zingaretti, un nuovo soggetto politico più vasto e plurale, con l’obiettivo di includere la società civile, i movimenti, le sardine, tutte le forze democratiche, progressiste e ambientaliste.

    Non è da escludersi che in futuro cambieranno simbolo e nome, anche se per adesso l’argomento è ancora e comprensibilmente un tabù.

    “È inutile che ci giriamo intorno, Non possiamo fare melina fino al 26 gennaio, non possiamo fare ogni giorno l’elenco delle cose sulle quali non c’è accordo nella maggioranza”, afferma Zingaretti.

    “Purtroppo”, ammette il segretario, “questo è il risultato della cultura delle ‘bandierine’, in cui ci si illude di esistere solo se si difende una cosa. Ma io lo dico ogni giorno a Conte e a Di Maio: un’alleanza è come un’orchestra, il giudizio si dà sull’esecuzione dell’opera, non sulla fuga di un solista che casomai dà pure fastidio alle orecchie. Non è tempo di distruggere ma di costruire”.
    E sulle prossime elezioni in Emilia Romagna, il segretario spiega a Repubblica: “Il Pd sta facendo la campagna elettorale per Bonaccini in splendida solitudine”, con M5S che va per conto suo con un suo candidato e Italia Viva che nemmeno si presenta.

    L’annuncio di Zingaretti non è propriamente una sorpresa e fonda le sue radici in molteplici ragioni: la prima, e la più visibile, è che, complice la scissione di Renzi e, soprattutto, il governo con il MoVimento 5 Stelle, la segreteria di Zingaretti finora non è riuscita in alcun modo a sovvertire il trend negativo inaugurato dalla sconfitta alle elezioni politiche del marzo 2018.

    Nei sondaggi il partito annaspa a volte sopra a volte sotto il 20%, alle elezioni europee, nonostante la foto di Zingaretti e Gentiloni che festeggiano, il PD ha preso una percentuale superiore ma complessivamente meno voti rispetto alle politiche.

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