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    Zingaretti: “Il Pd non può entrare in un Governo Conte bis”

    Nicola Zingaretti e Giuseppe Conte

    Il segretario dem chiude a un esecutivo guidato dal premier dimissionario

    Di Enrico Mingori
    Pubblicato il 21 Ago. 2019 alle 16:39

    Nicola Zingaretti sembra chiudere le porte all’ipotesi di un governo Pd-M5S guidato dal premier uscente Giuseppe Conte. “Discontinuità vuol dire che ovviamente non vogliamo e non possiamo entrare in un governo che propone il Conte-bis, il proseguimento di un governo che abbiamo combattuto. Tutti si facciano carico della necessità di avviare un nuovo governo”, ha dichiarato il segretario del Partito democratico, intervistato sull’emittente tv La7, nel pomeriggio di oggi, mercoledì 21 agosto.

    Zingaretti parla di contenuti, ma il riferimento esplicito alla formula “Conte-bis” appare come chiusura rispetto alla prospettiva di trovarsi a far parte di un esecutivo guidato dal presidente del Consiglio dimessosi ieri (qui gli ultimi aggiornamenti di oggi).

    Alla domanda se il Pd pretenda di avere un suo esponente alla carica di premier nel prossimo eventuale governo con il M5S, Zingaretti ha risposto così: “Questo è l’oggetto delle discussioni che inizieremo domani con il presidente della Repubblica. Questo passaggio che noi stiamo facendo non dico che è obbligato, ma quasi. Il dovere è di verificare la possibilità che esista una maggioranza. È una sfida ardua che va compiuta e se ci riusciremo sarà un bene per il Paese. Se non ci riusciremo affronteremo le elezioni con grande serenità anche per averci provato fino in fondo”.

    Nella mattinata di oggi al Nazareno si è svolta la Direzione del Pd che, all’unanimità, ha deciso di affidare allo stesso segretario un mandato per aprire una trattativa volta a verificare la possibilità di “un governo di svolta per la legislatura”. I dem, in sostanza, si sono detti pronti a negoziare con il M5S per la formazione di un governo insieme.

    Questa trattativa, ha però precisato Zingaretti, potrà esserci solo sulla base di 5 punti programmatici: “Appartenenza leale all’Unione europea; pieno riconoscimento della democrazia rappresentativa, a partire dalla centralità del parlamento; sviluppo basto sulla sostenibilità ambientale; cambio nella gestione di flussi migratori, con pieno protagonismo dell’Europa; svolta delle ricette economiche e sociale, in chiave redistributiva, che apra una stagione di investimenti”.

    Secondo il segretario del Pd, peraltro, il nuovo governo non dovrà essere sostenuto solo da dem e pentastellati: ci sarà spazio anche per Liberi e Uguali. “La maggioranza parlamentare ampia è presupposto per dire chiaramente che non si tratta solo di fare un governo pd-M5S, anche perché i numeri non basterebbero”, ha dichiarato Zingaretti a La7. “Serve una maggioranza ampia non per fare solo la manovra economica ma per arrivare alla fine della legislatura. Farò di tutto per garantire al massimo l’unità del Pd e la costituzione di un fronte largo”.

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