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    Travaglio contro il governo M5S Lega: “I Cinque Stelle stacchino la spina o lo farà Salvini”

    Marco Travaglio
    Di Anna Ditta
    Pubblicato il 7 Set. 2018 alle 08:20 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 02:12

    Marco Travaglio ha criticato in un editoriale uscito il primo settembre 2018 la situazione in cui si trova il governo M5S-Lega. travaglio governo m5s lega

    Il direttore del Fatto Quotidiano, il giornale più vicino i grillini, mette in guardia sulla deriva dell’alleanza tra Di Maio e Salvini, e invita i Cinque Stelle a far cadere l’esecutivo.

    Sono molti ormai i temi su cui Lega e Movimento Cinque Stelle non riescono a trovare un accordo.  Tra questi, pensioni d’oro, grandi opere, No Way sui migranti (qui tutti i punti di disaccordo).

    Travaglio non nasconde questi problemi. Secondo lui le “cose buone” fatte dal governo “sembrano non interessare Salvini”, scrive, citando il “taglio dei vitalizi alla Camera, dl Dignità, un Dg indipendente alla Rai, revisione delle concessioni dei beni pubblici a partire da quella regalata ad Autostrade&Benetton”.

    “A questo punto è evidente che la maionese è impazzita”, scrive il direttore del Fatto Quotidiano. “I 5 Stelle non possono passare il loro tempo a fermare la mano dell’alleato e a prenderne le distanze. Né lasciarsi logorare da un partner che non ha alcuna intenzione di governare e ogni giorno, cinicamente, li sputtana”.

    A fare le spese del tiro alla fune tra i due vicepremier Salvini e Di Maio è il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che è sempre più messo in ombra dai leader di partito.

    “Quando partì il governo del cambiamento scrivemmo che era legittimo, visto che univa i due vincitori (parziali) delle elezioni”, ricorda Travaglio, rammaricandosi per la mancata alleanza fra M5S e Pd (a suo dire mai partita per colpa del “diniego di Renzi”).

    “Quel governo Frankenstein avrebbe avuto senso soltanto se avesse cambiato profondamente le cose, almeno su alcuni annosi problemi italiani: mancanza di lavoro, precariato, povertà, evasione fiscale, conflitti di interessi”, scrive.

    “In questi tre mesi, quella condizione non si è verificata”, aggiunge il direttore del Fatto Quotidiano, che punta il dito sugli errori di Salvini: dall’odio gratuito sparso sui migranti, all’ “l’assurdo braccio di ferro sulla Diciotti”, fino all’alleanza del leader leghista con il “fascista ungherese Viktor Orban, un Salvini senza porti e senza mare”.

    “Prima o poi, anzi più prima che poi, se nulla cambia, Di Maio & C. dovranno porsi seriamente il problema del che fare: cioè se e quando staccare la spina. Anche perché presto o tardi, più presto che tardi, prima delle Europee del 2019 o subito dopo, lo farà Salvini”, sottolinea Travaglio.

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