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    Speranza: “Mai più lockdown, a marzo abbiamo temuto il collasso”

    Roberto Speranza, ministro della Salute. Credit: Facebook
    Di Enrico Mingori
    Pubblicato il 23 Ago. 2020 alle 10:41

    In Italia “non ci sarà un nuovo lockdown” per arginare la diffusione del Coronavirus. Lo assicura il ministro della Salute, Roberto Speranza, in un’intervista a Carlo Bertini su La Stampa di oggi, domenica 23 agosto. “La situazione non è paragonabile a quella di febbraio-marzo quando avevamo una curva dei contagi fuori controllo”, sottolinea il ministro. “Io sono ottimista, anche se prudente e cauto”.

    Speranza ricorda che a marzo il lockdown fu deciso dal Governo perché c’era “la sensazione che andasse in collasso il servizio sanitario”. In Italia, ricorda, “avevamo 5mila posti di terapia intensiva, ora sono raddoppiati”.  “La valutazione mia e dei colleghi europei è che non avremo questa ricaduta quanto più riusciremo a tenere in salvaguardia gli anziani e i più fragili”.

    Il ministro prosegue: “Siamo in fase di convivenza col virus, prendendoci dei rischi: il tasso zero contagi non esiste. Per azzerarlo ci voleva un lockdown per altri 3-4 mesi. Dobbiamo controllarlo ed evitare rischi inutili”. Nuove zone rosse in vista? “Per fare una zona rossa deve esplodere un territorio. E non lo vedo. Vedo una diffusione e non un’esplosione”.

    Speranza lancia poi un appello ai giovani: “Dateci una mano a tenere sotto controllo i contagi per tutelare genitori e nonni quando tornate dalle vacanze: non esagerate”. Ed esorta a utilizzare l’app Immuni, scaricata finora (solo) su 5 milioni di dispositivi. “Dobbiamo insistere”, dice. I download “devono aumentare” perché Immuni “ha una sua utilità”.

    Capitolo scuole: “È un punto fondamentale, la scuola deve riaprire, punto e basta”, sentenzia il ministro. “Oggi dobbiamo aprire e farle stare aperte. Quanto ai contagi di rientro dalle vacanze, Speranza spiega che il Ministero sta “lavorando ad un’intesa tra regioni per gestire i traghetti tra Sardegna e Lazio”. Tampini “più se ne fanno e meglio è, in porti, stazioni, aeroporti”. “Ma sono i governatori a doverli organizzare”. Il Governo è comunque consapevole che “non ci sono le condizioni per chiudere i collegamenti tra le regioni con mezza Italia in vacanza”. “Ma i controlli possono essere intensificati”.

    Leggi anche: 1. Perché la scuola rischia di aprire e chiudere subito dopo (di Luca Telese) / 2. Coviddi (non) ce n’è: la crociata negazionista degli anti-virus (di Giulio Gambino)

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