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    Soumahoro in tv sulla coop Karibu: “Ho commesso una leggerezza, dovevo fare meno viaggi”

    Di Massimiliano Cassano
    Pubblicato il 25 Nov. 2022 alle 08:41

    La pressione ricevuta per le indagini della Guardia di finanza sulla coop Karibu gestita dalla suocera e dalla moglie ha portato il deputato Aboubakar Soumahoro ad autosospendersi dal gruppo parlamentare dell’Alleanza Verdi-Sinistra Italiana: “L’ho fatto perché credo nei valori della dignità, per il rispetto della storia che mi porta qui, che è la storia di tanti”, dice l’ex sindacalista a Piazza Pulita su La7 cercando di difendersi dalle accuse. “La mia leggerezza non me la perdono” ribadisce a colloquio con Corrado Formigli, facendo riferimento al fatto di non essere intervenuto a sostegno dei dipendenti di Karibu che – per ammissione stessa della suocera Marie Therese Mukamitsindo – non sono stati pagati per diversi mesi per colpa (è la difesa della donna) di ritardi nei versamenti da parte dello Stato.

    Mukamitsindo è indagata per malversazione, mentre su di lui la Procura non ha aperto alcun fascicolo. La famiglia ha fatto quadrato intorno al deputato, affermando in più interviste che Soumahoro fosse all’oscuro dei problemi che riguardavano la coop, nella quale oltre ai pagamenti arretrati o effettuati in nero un altro problema consisteva nelle condizioni inadeguate alle quali venivano costretti gli ospiti, perlopiù bambini migranti. “Io ho detto la verità – dice il deputato in tv – sono nato per strada, sempre stato all’angolo, ma essermi mosso dall’angolo è stato un percorso collettivo, non sono un personaggio, chi lotta per i braccianti, per i riders, chi sale sulla nave a Catania, ha la radicalità posturale, cercheremo di rialzarci. Chiedo scusa se sono stato poco attento a quello che accadeva a casa, approfondirò quello che è successo”.

    Sapeva che la cooperativa era “virtuosa”, poi viene a conoscenza del fatto che “ci sono degli stipendi non pagati”: “La mia compagna mi ha detto che erano ritardi della pubblica amministrazione. Ho commesso una leggerezza, dovevo fare meno viaggi e stare accanto a questi lavoratori. Chi ha sbagliato ne dovrà rispondere”. Un testimone che lavorava nella coop ha detto di averlo visto più volte “portare le buste della spesa” nella struttura, lasciando intendere che fosse quindi impossibile che non sapesse com’era la situazione di lavoratori ed ospiti.

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