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    Sondaggi politici: gli italiani non vogliono le elezioni anticipate

    Di Veronica Di Benedetto Montaccini
    Pubblicato il 7 Giu. 2019 alle 09:52 Aggiornato il 7 Giu. 2019 alle 09:54

    Sondaggi politici oggi | Sondaggi 7 giugno | Lega | Pd

    Le elezioni europee si sono concluse con un eclatante risultato per la Lega di Matteo Salvini, una debacle totale per il M5s e una timida risalita del Pd. A questo link tutti i risultati ufficiali delle Europee. I sondaggi pre-elettorali erano stati attendibili? Lo abbiamo spiegato qui.

    L’attenzione nei confronti delle opinioni dell’elettorato, anche a elezioni concluse, rimane comunque alta. Soprattutto sull’opzione del voto anticipato.

    Sondaggi politici oggi | Urne anticipate

    Quella del voto anticipato è una suggestione che si è diffusa parecchio nei primi giorni successivi al voto: di fronte a un risultato migliore del previsto per la Lega (e soprattutto a quello molto peggiore del previsto per il M5S) non è irragionevole pensare che Matteo Salvini abbia quantomeno considerato una simile possibilità.

    Secondo le simulazioni di un sondaggio condotto da Agi, con i risultati delle Europee una coalizione di centrodestra formata da Lega e Fratelli d’Italia potrebbe ottenere la maggioranza assoluta dei seggi sia alla Camera che al Senato anche senza includere Forza Italia nella coalizione.

    Ma il ritorno alle urne sarebbe, per gli italiani, uno scenario auspicabile? Diversi istituti demoscopici, sia pure in modi diversi, hanno provato a rispondere: e la risposta, nel complesso, è più “no” che “sì”.

    La maggioranza assoluta degli intervistati, secondo ben 4 diversi sondaggi, non vuole le elezioni anticipate. Le esclude esplicitamente il 54 per cento degli intervistati dall’Istituto Noto, mentre il 58 per cento degli intervistati da Emg dichiara di preferire che il governo vada avanti

    Sondaggi politici oggi | La leadership

    I giorni del post-elezioni sono stati anche quelli in cui sono state messe, più o meno esplicitamente, in discussione due leadership: quella di Luigi Di Maio (capo politico del M5S, oltre che vicepremier e ministro) e quella dello stesso Presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

    Il primo ha sottoposto la sua posizione al voto degli iscritti alla piattaforma online Rousseau. La votazione ha confermato la fiducia a Di Maio (nonostante il M5S abbia perso ben 6 milioni di voti rispetto alle Politiche 2018) con circa l’80 per cento dei voti espressi.

    Non si tratta di un risultato “bugiardo”, o comunque poco rappresentativo della base elettorale del Movimento: secondo un sondaggio di Emg svolto pochi giorni dopo le Europee, il 69 per cento degli elettori del M5S pensava che Di Maio non doveva dimettersi da capo politico.

    Secondo un sondaggio di Tecné, più recente, solo l’8 per cento di chi ha votato M5s alle Europee ritiene necessario un cambiamento di leadership, anche se complessivamente più di metà (53 per cento) chiede di “tornare ai valori fondanti” del Movimento creato da Beppe Grillo.

    E Giuseppe Conte? Il 48 per cento degli italiani – secondo un sondaggio Demopolis – dichiara di aver apprezzato il suo discorso in conferenza stampa di lunedì scorso, contro un 33 per cento che ne dà invece un giudizio negativo.

     

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