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    Salvini oggi a processo per vilipendio alla magistratura, tra i suoi testimoni spunta un docente di Lettere

    Il professore testimonierà per spiegare la "portata inespressiva" delle parole dell'ex ministro

    Di Antonio Scali
    Pubblicato il 5 Nov. 2019 alle 07:57 Aggiornato il 5 Nov. 2019 alle 14:30

    Salvini a processo per vilipendio alla magistratura, tra i testimoni un professore di Lettere

    Inizia oggi, 5 novembre 2019, a Torino il processo a Matteo Salvini per vilipendio dell’ordine giudiziario. Il leader della Lega lo scorso 14 febbraio 2016 a un congresso della Lega a Collegno, alle porte di Torino, aveva espresso delle dichiarazioni ritenute offensive nei confronti della magistratura. Salvini, allora europarlamentare, aveva infatti definito la magistratura “schifezza” a proposito di un’inchiesta sulle spese pazze dei politici in Liguria.

    “Qualcuno usa gli stronzi che male amministrano la giustizia. Difenderò qualunque leghista indagato da quella schifezza che si chiama magistratura italiana, che è un cancro da estirpare“, aveva detto senza mezzi termini l’ex ministro dell’Interno.

    Il procuratore capo di Torino, Armando Spataro, aveva immediatamente messo sotto accusa il leader della Lega. Per i pm torinesi il via libera a procedere con l’inchiesta è arrivata solo dopo 30 mesi di attesa e 4 sollecitazioni al ministero della Giustizia.

    La curiosità maggiore, in vista del processo che inizia oggi, sta in una particolare scelta della difesa di Salvini per quanto riguarda i testimoni. Tra le carte che giocherà la difesa del leader leghista c’è anche la testimonianza di un professore di Lettere e Filosofia, il quale sarà chiamato a  “riferire sulla natura inoffensiva” delle parole del vicepremier, spiega un suo legale.

    Se il tribunale accetterà questa testimonianza, il professore (docente ordinario in un ateneo) si soffermerà sul significato delle parole, delle locuzioni e delle espressioni attribuite a Salvini nei fatti che gli vengono contestati, analizzando la loro “portata inoffensiva“, dal punto di vista della responsabilità penale, con riferimento proprio alla semantica. Una testimonianza, dunque, a dir poco originale.

    Tra i testimoni chiamati dalla difesa di Salvini anche vari esponenti leghisti piemontesi presenti al momento del comizio, che si soffermeranno sul contesto in cui furono pronunciate quelle parole. “Con il tempo – spiega l’avvocato Eccher – il linguaggio cambia e ci sono espressioni che perdono la loro carica di offensività.

    Vorrei anche ricordare che frasi assai più pesanti indirizzate a Salvini sono state considerate accettabili, o veicolate nell’alveo della critica politica, anche in sede giudiziaria”. Il legale ha inoltre fatto sapere che il leader della Lega intende essere presente al processo.

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