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    Tra Salvini e Giorgetti è gelo totale: “Nella Lega è tutto pronto per la resa dei conti”

    Matteo Salvini e Giancarlo Giorgetti Credits: ANSA
    Di Marco Antonellis
    Pubblicato il 30 Set. 2021 alle 09:34 Aggiornato il 30 Set. 2021 alle 09:35

    Continua il grande freddo tra Matteo Salvini e Giancarlo Giorgetti. “La situazione è vicina al punto di non ritorno”, “i due non si parlano più”, “Giorgetti ha dato il via al dopo Salvini”. Queste sono solo alcune delle frasi che si sentono dire il transatlantico dai big leghisti (e non solo) a proposito di quanto accaduto tra i due “numeri uno” della Lega Matteo Salvini e Giancarlo Giorgetti. Ma solo chi non frequenta abitualmente via Bellerio può essere meravigliato da quanto accaduto.

    Era già da tempo che i due si vedevano sempre meno frequentemente e quelle poche volte lo facevano più che altro ad uso e consumo della stampa, giusto per scattare qualche “photo opportunity”. Insomma, di ruggine ce n’era già molta tra i due, sempre sapientemente tenuta sotto al tappeto.

    “Il governo Draghi ha fatto esplodere le contraddizioni ma i problemi tra i due erano noti da tempo” spiega un big leghista che siede in un noto ministero. Tanto che le avvisaglie dell’imminente “esplosione” c’erano già state nei giorni precedenti l’intervista alla Stampa, con aspre polemiche su come gestire la comunicazione: il Capitano avrebbe voluto “blindare” quella di GG (considerata troppo appiattita su Draghi e troppo poco in sintonia con quella del leader del Carroccio), marcarlo stretto facendo controllare dai suoi uomini ogni cosa uscisse dal Mise, cosa che ovviamente è stata “respinta con perdite” da Giorgetti.

    Da qui, solo pochi giorni dopo, ecco arrivare la clamorosa intervista del ministro dello Sviluppo economico. Ed ora? Adesso sono in azione i pontieri, coloro che tenteranno la ricucitura. Ma per fare questo bisognerà aspettare il risultato delle elezioni, cioè fino a metà ottobre. “Prima è impossibile, bisogna far decantate la situazione” spiegano a via Bellerio. “Se la mediazione dovesse fallire in piena campagna elettorale sarebbe la fine della Lega”.

    Perché c’è ancora il secondo turno. Il rischio però è che dopo il voto si vada direttamente alla resa dei conti. Tra i più attivi nel ruolo di mediatore si segnala il governatore del Veneto Zaia, considerato un “pragmatico” e grande amico di entrambi. Anche Fontana, il governatore della Lombardia si è attivato per fare da paciere. Nel frattempo però resta il gelo tra Salvini e Giorgetti, con il primo sempre più sospettoso: “Si è voluto aumentare la tensione a ridosso del voto, così se perderemo le elezioni sarà tutta colpa di Salvini” il refrain che circola dalle parti del Capitano leghista. Che ora teme l’arrivo della tempesta perfetta.

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