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    Mario Draghi riceve Enrico Letta e conferma lo stop alla tassa di successione ma a Palazzo Chigi si parla di nomine

    Di Marco Antonellis
    Pubblicato il 27 Mag. 2021 alle 18:44 Aggiornato il 28 Mag. 2021 alle 08:08

    Enrico Letta dopo settimane di polemiche a distanza con Mario Draghi ha pensato bene di chiedere un incontro (durato un’ora e un quarto circa) e di presentarsi a Palazzo Chigi per rassicurare il Premier: “Il Pd non ti rema contro e non farà mai cadere il governo“.

    C’è voluto un pò, è stato tutto un giro di telefonate nei giorni scorsi tra Palazzo Chigi e il Nazareno per cercare di fissare un incontro: l’agenda del premier era particolarmente fitta. Alla fine si è trattato di un incontro “lungo e proficuo”, tra il segretario del Partito Democratico, Enrico Letta, e il premier Mario Draghi.

    Almeno a sentire il leader dem visto che dopo l’incontro il Presidente del Consiglio si è chiuso nel più stretto riserbo ma a quanto trapela da Palazzo Chigi è rimasto sulle sue posizioni: “Capisco Letta ma con il Recovery da ‘mettere a terra’ e la battaglia dei vaccini ancora da vincere non è possibile correre dietro alle singole iniziative dei partiti”, il refrain.

    “Sintonia piena e determinazione ad accelerare le riforme su giustizia, fisco, lavoro e semplificazioni che sono alla base del patto con l’Ue, riforme per le quali porteremo le nostre idee e troveremo le migliori sintesi”, ha dichiarato dopo l’incontro il segretario del Nazareno.

    Non solo: sempre il segretario dem fa sapere che “dentro la riforma del Fisco noi proporremo le nostre idee tra cui quella sulla successione per i patrimoni dei più ricchi, poi le semplificazioni, la riforma degli ammortizzatori sociali, il mercato del lavoro“.

    Insomma, anche se in ritardo Enrico Letta si è adeguato a quanto chiesto dal premier nei giorni scorsi: la riforma del fisco dovrà essere organica ed eventuali proposte “fuori sacco” dovranno essere fatte a tempo debito, non ora. Ma durante l’incontro Enrico Letta non si è limitato solamente a far sapere a Mario Draghi che vuole rimettere in carreggiata il Pd evitando in futuro fughe in avanti e “sbandate” alla Salvini ma si sarebbe affrontato anche il tema più “scottante” di questi giorni, il dossier nomine.

    Arrivate in queste ore al dunque le partite riguardanti Cdp e Ferrovie, dove Mario Draghi ha scelto da par suo, per i partiti resta la Rai (tema che verrà affrontato la prossima settimana) per provare a far sentire la propria voce.

    Anche questo tema, giurano fonti molto bene informate, non sarebbe sfuggito all’incontro di oggi viste le preferenze dei dem dapprima per Eleonora Andreatta (che però sembra uscita dai ‘radar’) ed ora per Alberto Matassino, stimatissimo da Enrico Letta e che punta alla riconferma come Direttore Generale.

    La partita Rai sarà fondamentale per puntellare gli equilibri interni alla maggioranza di governo: il prossimo Consiglio d’amministrazione e i relativi vertici aziendali saranno quelli che dovranno gestire l’elezione del prossimo Capo dello Stato e le prossime elezioni politiche. Se Letta dovesse perdere la “sfida” di viale Mazzini, per lui ed il Pd le cose potrebbero mettersi molto male.

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